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E’ passato un anno e la bisnonna è sempre più avvolta nei suoi ricordi a volte nebulosi, a volte  lucidissimi, i non mi ricordo sono aumentati esponenzialmente, ed ogni tanto chiede di chi sia figlio uno dei suoi bisnipoti che gli saltano in torno. Non riconosce il golf che indossa e… per l’ennesima volta le spieghiamo che è il nostro regalo di Natale per lei.

Speriamo che serbi il ricordo di questa giornata e che le sia di conforto in giornate più dure.

E’ passato un anno e la più grande delle nipoti festeggia oggi con noi il suo ventitreesimo compleanno, perché altrimenti dice: ” Va a finire che domani, data ufficiale, non lo festeggio più “. E’ cambiata Paola, l’ho sentita più sicura e disinvolta, la scelta di vivere da sola sta già dando i suoi frutti. E’ la prima ad andarsene, vuole riposarsi per essere in forma nei giorni successivi, quando riprenderà a lavorare.

Speriamo che il suo contratto a tempo determinato si trasformi al più presto  in un contratto a tempo indeterminato. Soprattutto alla gioventù non dovrebbe mai essere tolta la speranza.

E’ passato un anno e i nonni che girano per casa, hanno fatta esperienza: conoscono meglio i nipoti e con loro cantano, giocano e leggono storie. Conoscono meglio generi e nuore. Cercano di accontentarli, barcamenandosi con le esigenze di entrambi.

Speriamo che conservino la forza che gli occorre.

E’ passato un anno e la squadra di nipotini è sempre da ” mangiare!“, hanno imparato a parlare, a giocare insieme, si scrutano, si copiano, corrono pericolosamente tra il tavolo e il divano. Quando la piccola canta una canzone spontaneamente tutti tacciono e quella vocina incanta tutti.

Speriamo che il loro entusiasmo non si esaurisca mai.

E come l’hanno scorso suona più volte il campanello:Altri zii, altri cugini, altre nonne, tutti desiderosi di incontrarsi, salutarsi, abbracciarsi.

Speriamo che durante l’anno che verrà possano trovare il tempo di: incontrarsi, salutarsi, abbracciarsi.

E’ passato un anno e ancora manca una mamma che è di turno in ospedale. Speriamo che l’hanno prossimo si possa festeggiare insieme.

E’ passato un anno e i padroni di casa ci ospitano ancora. Speriamo per l’hanno prossimo di poterli ospitare tutti da noi.

Speriamo… speriamo in bene per tutti.








Cosa ci fa decidere di leggere un determinato libro? Il passaparola? Le classifiche? Il nome famoso dell’autore o dell’autrice? Ci affidiamo ai consigli del libraio o del bibliotecario/a? Le ipotesi sono innumerevoli. La condizione più stuzzicante è certamente assistere alla presentazione del libro.

La cornice che accoglie il pubblico, in questo caso, è la Villa Hussy, sede della  Biblioteca Civica Luino. La data il 31 ottobre 2008. Il romanzo: I ghiri sotto il tetto, di Franco Di Leo. La presentazione è a cura di Annalina Molteni.

Entriamo nel vivo del romanzo: Silvana è morta, e sono certa che non rovinerò la lettura del libro svelandovi questa notizia. L’unica notizia certa. Il resto del romanzo, stando alla presentazione è un susseguirsi di ipotesi sul perché e per come sia morta Silvana. Suicidio? Omicidio? Disgrazia? Le indagini cambiano strada più volte e il finale…

La presentazione di un romanzo ci porge su di un piatto d’argento ” La storia”, ce ne fa sentire il profumo. Il suo autore ci spiega gli ingredienti, la curatrice ne esalta le qualità. Ma… è solo leggendo il romanzo che potremmo decidere se il suo gusto  è di nostro gradimento.

Devo ammetterlo, ho iniziato la lettura con poco appetito, tutti quegli ingredienti… non mi avevano convinta. Ma una pagina dopo l’altra ho dovuto ricredermi, ho gustato questo romanzo tutto nell’arco di una serata.

Parlare di un libro, trasformarlo in un film, d’accordo, ma volete mettere il piacere di leggerlo, specialmente quando l’autore, come in questo caso, da al suo romanzo un ritmo naturale, che si sposa alla perfezione con l’ambiente in cui si svolge. Ci descrive i panorami lasciandoci la libertà di immaginarne le tonalità, i profumi. Ci racconta una storia complicata accompagnandoci con maestria da un paese all’altro, da una personalità all’altra. E strada facendo questa storia lascerà il segno nei suoi protagonisti.

E’ probabile che l’amore che nutro per  il lago Maggiore (luogo dove si svolge il romanzo) abbia accentuato le mie  favorevoli impressioni, resta comunque il fatto che il romanzo di Franco Di Leo : I ghiri sotto il tetto, è un’ esempio di come la buona scrittura possa rendere il lettore oltre che partecipe anche protagonista.

Questo è il piacere della lettura.