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Non c’è pace

Venerdì 7 Luglio 2023.

Gli ubriaconi se ne sono andati, stranamente piano piano e senza fare danni, quando ci siamo alzati non c’erano più. Il meltemi è sempre fresco, il sole splende e l’acqua è cristallina, una favola in somma e mi piacerebbe cominciare bene la mattina, magari procurandomi un bel pesce dal pescatore che a poppa della sua barchetta li sta già pulendo. Non è facile, non so bene il greco e lui forse, come me non sa l’ inglese, conto tanto sulla mimica. Mi avvicino mostrando il portafoglio e indicando il pesce chiedo: “Psoria?” pesce? Mi risponde con un lungo discorso in greco, sempre guardando i pesci che sta pulendo, capisco solo pesci e ristorante. Non è difficile da capire, i pesci sono destinati al ristorante, provo ad insistere: “Ena psoria?” Un solo pesce? E aggiungo in inglese for me. La risposta è lapidaria e non accetta repliche: ristorante. Ok ci ho provato. Dopo la routine quotidiana saremmo pronti per andare in spiaggia ma… è in arrivo l’ennesimo catamarano, lo aspettiamo fiduciosi, a bordo pare ci sia uno skipper e le altre 4 donne sono villeggianti che pur volenterose lanciano le cime sbagliate e la loro barca si traversa sulla nostra dritta, lo skipper si precipita sulla fiancata e spinge sui nostri candelieri per allontanarsi, Enrico gli grida che deve farlo coi piedi e sulla falchetta. In seguito chiederà scusa e ringrazierà per l’aiuto all’ormeggio, ma intanto Enrico il primo bagno lo farà in zona ancora per capire se tutto è a posto. Per domenica questo meltemi che già da oggi è sostenuto, dovrebbe aumentare, motivo per cui siamo ancora qui, e si sta bene, c’è l’acqua potabile, la spiaggia, il piccolo negozio e fanno difetto solo i ristoranti in cui non si mangia troppo bene. Nel pomeriggio il silenzio è sovrastato solo dal vento, io sono in dinette, sto leggendo, e sul tavolo, inaspettato, mi salta un gatto rosso che avevo visto girovagare sul pontile, cerco di spingerlo fuori, ma non è troppo convinto, alzo di più la passerella per impedirgli di salire a bordo, ma evidentemente lui salta. Enrico sonnecchia in pozzetto. Improvviso un rumore secco, Enrico mette la testa dentro e mi chiede cosa sia successo, non lo so, pensavo venisse da fuori, lui torna fuori e vede la randa, della barca ormeggiata al nostro fianco, che si sta gonfiando uscendo dal’ Easy bag, è un attimo e la barca ci è già addosso. A bordo non c’è nessuno, Enrico salta sul catamarano con una cima per cercare di ridurre la vela e un po’ per volta la recupera e la lega al boma. Da sotto coperta esce lo skipper con un asciugamano legato in vita, che gli cadrà subito, forse dormiva e ha sentito i rumori, si risistema l’asciugamano e con Enrico finiscono di rimettere a posto la vela. Tornando in pozzetto Enrico quasi ride… “non è possibile, non c’è davvero pace”. Il gatto intanto fa la posta a un ragazzino che sta pescando, non so se faccia finta o stia dormendo davvero, sdraiato sotto l’ombra di una enorme bitta gialla, fatto sta che quando il ragazzino recupera il filo con attaccato un pesciolino, il gatto scatta e glielo porta via. Non c’è pace neanche per i pescatori in erba.

Kalimera.

 

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