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Un appassionante romanzo storico
Si immagina che un libro il cui contenuto tratti di argomenti storici debba essere: noioso e pesante.Personalmente ho letto molto della Bellonci e mi ha sempre stupito la sua capacità di rendere la storia con la esse maiuscola così fruibile.
Leggere il romanzo storico di Luciana Benotto: L’arme e gli amori io canto, è stata una vera rivelazione, un piacere iniziato fin dalle prime pagine, mai un momento in cui ti venisse voglia di interrompere la lettura. La ricostruzione storica è precisa, dei personaggi non è stato tralasciato nulla: l’aspetto fisico, i malanni, le ambizioni, i desideri, i dubbi le paure, le miserie, le passioni e gli amori. L’intreccio è incalzante e ricco di particolari interessanti, le azioni, a tratti cruente possono svolgersi in momenti di dolcezza e l’autrice facendoci partecipi della sua storia ci regala anche momenti di poesia. Passeggiamo con lei per le calli di Venezia, e ci stupisce mettendoci al corrente dei rimedi che già gli speziali veneziani proponevano ai loro clienti. Ci racconta della manualità degli artigiani, della bravura degli artisti. Non mancano le difficoltà degli spostamenti, e la vita dura che si alterna con lo splendore e la raffinatezza dei doni, delle feste e delle corti del rinascimento.
Il romanzo: L’arme e gli amori io canto è un libro colto senza essere pedante, a piè pagina ci sono tutte le indicazioni storiche che permetteranno al lettore di approfondire la lettura se lo desidera.
E a questo punto io desidero leggere gli altri libri che ha scritto Luciana Benotto, nella speranza che mi facciano volare lontana come è successo con questo bel romanzo.
Le aspettative in un titolo
Non ha certo bisogno di presentazioni Gian Antonio Stella , e quando nel 2005 ha pubblicato: Il maestro magro, come per molte altre novità non mi sono precipitata a leggerlo anche perché mi era sfuggito che non si trattasse di politica.
Il maestro magro visto sotto questa nuova luce di romanzo mi ha intrigata e le quattro righe in prima di copertina hanno fatto il resto. Si aggiunga poi il suggerimento della rubrica radiofonica: Il bel vizio di leggere. A questo punto le aspettative che riponevo in questo romanzo erano molte e… sono state ampiamente soddisfatte. Non è a mio avviso solo un romanzo, sono tantissimi racconti sapientemente intrecciati tra di loro con una scrittura scorrevole e suggestiva.
L’incontro dei due protagonisti: Osto siciliano e Ines veneta, non sono che l’inizio di una carrellata di persone che si dipanano dal sud al nord nell’Italia del dopo guerra.
Tra gli anni cinquanta e sessanta, si viaggia molto in treno, con valige di cartone, si mescolano non solo odori di aglio e pecorino, dialetti e fisionomie, ma anche modi diversi di vivere e pensare.
Un’ umanità variegata si sposta dalle sue terre d’origine alla ricerca di speranze e pane. Arrivano dal Veneto gli sfollati del Polesine e dal sud altri disperati cercano lavoro al nord.
Non sarà difficile per quelli che hanno vissuto quegli anni riconoscere nei propri vicini di casa quegli sfollati o i compagni di scuola meridionali e… maestri di scuola siciliani.
Per i giovani invece potrà essere la scoperta di un’Italia poverissima, ma piena di entusiasmo, che trova via via, fino al bum degli anni sessanta, la voglia di riscatto e di benessere.
E’ in questa cornice che il maestro Ariosto Aliquò detto Osto, deve man mano prendere decisioni, affrontare problemi, ascoltare miserie umane e sorridere anche per situazioni inverosimili.
La sua compagna Ines è una donna forte, temprata dalle vicissitudini della vita che fin da giovane l’hanno resa vedova di guerra con un figlio da crescere. E’ anche ironica e il suo imprecare in veneto o l’apostrofare il marito con il nomignolo “Moro” la rendono simpatica.
La tenerezza del loro amore è a prova dell’ignoranza e del bigottismo altrui.
Convivono in questo romanzo oltre a camorristi e preti infingardi anche medici ruffiani e assassini col mal di denti, un albero di carrubo dei giardini di Naxos e il profumo dei dollari californiani. Troviamo venditori di illusioni e un guardiano di faro che chissà perché non dipinge mai il mare e il cielo.
Ogni capitolo è una miniera di aneddoti, situazioni e personaggi. E… proprio uno di questi, permetterà ai racconti vari, paradossalmente veri, di diventare nel finale un autentico romanzo.
Il più delle volte, le nostre aspettative ci tirano brutti scherzi, lasciandoci delusi e insoddisfatti, questa volta è andata bene!