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Le Stelle di Monica Tosetto
Gente in Aspromonte
Speriamo
E’ passato un anno e la bisnonna è sempre più avvolta nei suoi ricordi a volte nebulosi, a volte lucidissimi, i non mi ricordo sono aumentati esponenzialmente, ed ogni tanto chiede di chi sia figlio uno dei suoi bisnipoti che gli saltano in torno. Non riconosce il golf che indossa e… per l’ennesima volta le spieghiamo che è il nostro regalo di Natale per lei.
Speriamo che serbi il ricordo di questa giornata e che le sia di conforto in giornate più dure.
E’ passato un anno e la più grande delle nipoti festeggia oggi con noi il suo ventitreesimo compleanno, perché altrimenti dice: ” Va a finire che domani, data ufficiale, non lo festeggio più “. E’ cambiata Paola, l’ho sentita più sicura e disinvolta, la scelta di vivere da sola sta già dando i suoi frutti. E’ la prima ad andarsene, vuole riposarsi per essere in forma nei giorni successivi, quando riprenderà a lavorare.
Speriamo che il suo contratto a tempo determinato si trasformi al più presto in un contratto a tempo indeterminato. Soprattutto alla gioventù non dovrebbe mai essere tolta la speranza.
E’ passato un anno e i nonni che girano per casa, hanno fatta esperienza: conoscono meglio i nipoti e con loro cantano, giocano e leggono storie. Conoscono meglio generi e nuore. Cercano di accontentarli, barcamenandosi con le esigenze di entrambi.
Speriamo che conservino la forza che gli occorre.
E’ passato un anno e la squadra di nipotini è sempre da ” mangiare!“, hanno imparato a parlare, a giocare insieme, si scrutano, si copiano, corrono pericolosamente tra il tavolo e il divano. Quando la piccola canta una canzone spontaneamente tutti tacciono e quella vocina incanta tutti.
Speriamo che il loro entusiasmo non si esaurisca mai.
E come l’hanno scorso suona più volte il campanello:Altri zii, altri cugini, altre nonne, tutti desiderosi di incontrarsi, salutarsi, abbracciarsi.
Speriamo che durante l’anno che verrà possano trovare il tempo di: incontrarsi, salutarsi, abbracciarsi.
E’ passato un anno e ancora manca una mamma che è di turno in ospedale. Speriamo che l’hanno prossimo si possa festeggiare insieme.
E’ passato un anno e i padroni di casa ci ospitano ancora. Speriamo per l’hanno prossimo di poterli ospitare tutti da noi.
Speriamo… speriamo in bene per tutti.
La scomparsa delle donne
Marina Terragni è stata brava, nel suo libro: La scomparsa delle donne, c’ è tutta la sua professionalità e competenza, tutta l’esperienza di una vita vissuta intensamente. Si sente, leggendo il suo libro che ci ha ragionato sopra, facendo partecipe il lettore e le lettrici dei suoi pensieri, delle intuizioni, delle realtà e delle possibilità. E’ una lettura accorata e sincera nella quale mi sono rivista diciottenne, travolta dal 68, ventitreenne, mamma e terribilmente sola. Ho letto pensieri che credevo fossero solo miei e trovarli stampati a distanza di tanti anni mi ha fatto bene. Ho ritrovato i libri della filosofa Luisa Muraro e… mi sono ricordata quanto fosse stato difficile per me leggere : Il Dio delle donne, avevo dovuto leggerlo due volte e sentivo rileggendolo che era giuso che mi sforzassi per capire, era giusto seguire quei pensieri. Si legge di Virginia Woolf che in: Una stanza tutta per se, parla dell’emancipazione femminile.
E’ come se per tutta la sua vita la Terragni avesse pensato a questo libro, come se avesse osservato passo passo il cambiamento della donna: in casa, sul lavoro, nella società, e in particolare nei rapporti con l’uomo. Ne ha preso nota, discusso al Circolo della Rosa, si è confrontata con altre donne, ha ascoltato, ragionato, ha vissuto esperienze personali che le hanno fatto toccare con mano i possibili cambiamenti. Perché si può cambiare, bisogna cambiare altrimenti la vede brutta la Terragni, magari solo provocatoriamente ma la scomparsa della donna, della sua differenza femminile è al capolinea.
Scrive molto anche degli uomini: delle violenze perpetrate sulle donne, delle sue nuove paure, della voglia di cambiamento che sentono anche loro.
Non vi parlerò di tutti gli argomenti che sono trattati e approfonditi in questo libro, perché è meglio che lo scopriate da sole, o da soli. Il risultato è un’ analisi imparziale, e soprattutto Marina Terragni ha lasciata aperta la via alla speranza di una proficua collaborazione fra uomo e donna. Per un mondo migliore.
Mangiando gli avanzi
Il Natale è passato e per casa girano ancora gli avanzi. I contenitori sono ormai ridotti e ricoperti di pellicola trasparente, le decorazioni di gamberetti sono impiastricciati di maionese, i ravioli che già erano buoni, oggi sembrano ancora meglio e scaldandoli il profumo della noce moscata aleggia in cucina, l’arrosto lo immagino un po’ secco, invece il microonde fa miracoli. Apparecchiando aggiungo in tavola un vassoietto con torroncini e due fette di panettone, non vorremmo farci mancare nulla! Tutte le leccornie del Natale sono presenti in tavola in una versione ridotta e dimessa. Sulla qualità invece niente da dire, ognuno di noi ha dato il massimo.
E mangiando gli avanzi di Natale ripenso a cosa hanno portato le giovani coppie per tutti noi, il meglio della loro produzione: i bambini, buoni che ti veniva voglia di mangiarli, anche quando strillavano, anche quando erano seduti nel loro tavolino basso e mangiavano di gusto i ravioli, anche quando si portavano via di mano i nuovi giocattoli. Una vera gioia le loro vocine, una vera gioia la loro spontaneità il loro ridere e piangere, il loro lanciarsi o saltare dal divano al tappeto, la loro energia, la vita, la speranza.
Mangiando gli avanzi di Natale il ricordo dei bambini è stato come una magia che ancora ti rallegrava.