Vai al contenuto

E adesso che ho finito di leggere questo bel libro, mi viene voglia di ricominciarlo, perché l’ho letto troppo in fretta. Più elegantemente si dovrebbe dire che la narrazione scorre e invoglia a proseguire. Quando in libreria mi hanno consegnato il libro scritto da Mauro Ballerini sono rimasta impressionata, 720 pagine, con tutto il suo peso fisico e… storico, visto il titolo: Raramente ho scritto Teatro senza la maiuscola. Uno spaccato di storia italiana attraverso la vita e la carriera di Ernesto Calindri e la plurisecolare tradizione familiare che lo precede. Nelle prime pagine l’autore ci tiene a spigare la fatica immane occorsagli al fine di reperire la documentazione necessaria per arrivare a scrivere la biografia di Ernesto Calindri. Ha fatto bene ad informarci, perché i progetti ben riusciti, lo sappiamo, non sono mai frutto del caso. Leggere questa biografia è stata una scoperta continua. Ripercorre i primi anni del Calindri ragazzino, scopre in che modo, nonostante tutto, anche Lui abbia preso la via del teatro, ne fa capire le motivazioni e spalanca anche una porta sul mondo dei comici, orgogliosi di esserlo anche se poveri, girovaghi istruiti ma senza fissa dimora, perennemente alla ricerca di nuove piazze, nuovi ingaggi e nuovi testi al fine di risolvere l’oneroso problema del mettere assieme il pranzo con la cena. Sono molte le compagnie di giro minori, dimenticate, che hanno affrontano questi problemi. A questo proposito scrive Ballerini: A dispetto di quanto qualvolta si possa credere, questi minori del teatro italiano, questi nessuno, per sempre cancellati dai manuali, che sono stati sconfitti in vita e dopo la morte, non provenivano in alcun modo da una degenerata e insignificante guittalemme germogliata nel dilettantismo sciatto o sconfinante nel nomadismo zingaro, ma possedevano al contrario una loro innegabile grandezza e un’autentica dignità attorica. La vita di Ernesto Calindri, si snoda attraversando l’Italia degli anni trenta, quando i teatri itineranti andavano alla grande, il periodo fascista e il dopo guerra, anni 80, 90, ecc.. ecc… in pratica per tutti i 70 anni della sua lunga, lunghissima carriera. Ballerini è incalzante nel procedere, con rigore professionale e metodo, lo immagino con la mole di documentazioni che si è procurato negli anni di ricerca: recensioni e critiche giornalistiche, fotografie, contratti, locandine. Tutto diviso con elenchi di spettacoli e autori. Ma non pensiate che la cosa possa disturbare il fluire della lettura, anzi, veniamo a conoscenza di nuovi autori stranieri che si avvicendavano ai nostri Pirandello, Nicodemi, Dannunzio. Conosceremo le trame degli spettacoli, gli aneddoti, le atmosfere, gli amici, la famiglia, i ricordi del Calindri. Il tutto si alterna sapientemente, tanto da rendere questa biografia un romanzo avvincente. Non mancano, nella seconda parte della biografia, rivelazioni e sorprese. Compagnie teatrali ottocentesche intrecciate con gli avi del nostro Calindri. Spionaggio politico e delatori. Tutto documentato. Se ai lettori avvezzi a questi fatti, penso agli attuali figli d’ arte, agli addetti ai lavori, gli attori o semplicemente agli amanti del teatro, il libro susciterà emozioni e ricordi. Per tutti gli altri, quelli a cui giunge nuovo: Il Carro di Tespi o non sanno dove collocare Melpomene e Talia, o pensano che i capo comici facciano ridere, soprattutto per loro, questo libro sarà una rivelazione del mondo passato, senza la quale sarà più difficile comprendere quello presente. Insomma, un libro appassionante, scritto con rigore ed eleganza uno di quei libri che ti viene subito voglia di telefonare alla tua amica per dirle: Ti mando la foto della copertina di un libro bellissimo che ho appena finito di leggere, te lo consiglio vivamente, poi ne parliamo, ci sono molti spunti che vorrei condividere con te. Il libro: Raramente ho scritto Teatro senza la maiuscola, pubblicato a gennaio del 2024 dalla Casa Editrice PHOTO TRAVEL di Marino Giovanni, riscatta finalmente Ernesto Calindri dall’oblio della dimenticanza e del disinteresse, grazie al suo autore Mauro Ballerini, appassionato e storico del teatro, nonché figlio d’arte, che nel 2020 crea un sito interamente dedicato agli artisti dimenticati di cui lui, con pazienza e amore, ha ricostruito vita e carriera.