Vai al contenuto

  Ciao Giuseppina è un po’ che non ci si vede, siamo salite a Campagnano  in macchina, due persone per auto, per via del covid, ci sarebbe piaciuto di più raggiungerti  attraverso il sentiero nel bosco ma anche un solo anno in più pesa  sulla schiena e sulle caviglie, ma… non parliamo di queste cose, siamo venute da te per dirti che ci manchi, ci manchi davvero molto,  anche se a volte ci pare di  cogliere un movimento e ti rivediamo  mentre cerchi nella borsetta le chiavi per aprire la chiesa,  risentiamo  la tua parlata veloce, vediamo il tuo procedere spedito.  Sono immagini così vive, così chiare che ancora non ci capacitiamo che tu non sia più fra noi. Siamo venute nell’illusione di chiacchierare un po’ con te, come quando bevevamo il the insieme o come quando la sera facevi i mille lavori con Annamaria, o insieme alle altre si preparavano gli addobbi di Natale. Siamo venute per raccontarti come vanno le cose, ti parleremo dei piccoli cambiamenti, del tuo giardino in fiore, della mimosa sempre più grande, delle staccionate nuove, di Iris che ha quasi 3 anni e con la sua vocina riempie Orascio, i suoi occhi balenano curiosi ovunque, e corre, corre in salita e corre in discesa, si ferma solo per annusare i fiori, è una vera forza della natura. Non c’è molto altro da raccontare, tu lo sai, Orascio è un posto tranquillo, i cambiamenti sono talmente impercettibili che è difficile accorgersene. Ma tu, ci hai dato uno scossone tremendo. Eravamo a metà  marzo del 2020, in pieno lockdown, l’atmosfera era pesante, anche  Orascio, nonostante la primavera, aveva perso il suo smalto gioioso e confidenziale, una cappa di tristezza aveva avvolto tutti noi. La  chiesa chiusa, le mascherine, la distanza,  la paura e il silenzio, un silenzio strano, non assoluto, un silenzio solo degli umani, non della natura che anzi  in quei giorni sembrava esaltarsi, ampliarsi. Poi Giuseppina ti sei sentita male e…lì, ti abbiamo persa, pochi giorni dopo non c’eri più, non sei morta di covid, no, ma la cosa non ha consolato nessuno. Improvvisamente è cambiato tutto per tutti, atrocemente. Il 21  marzo del 2020, primo giorno di primavera ci guardavamo attoniti, increduli, e il covid è passato in secondo piano, il giorno della tua morte è stato per noi tutti  lutto cittadino. Scusaci, non volevamo rattristarti, scusaci, volevamo solo salutarti, stare un poco con te, come ai vecchi tempi, quando insieme raccoglievamo nei boschi il  muschio per il presepio, quando ci preparavi la pizza, quando sistemavamo i fiori nei vasi o le statuine nel  presepio. Ciao Giuse, scendiamo ad Orascio, altrimenti piangiamo di nuovo. Ci ha fatto piacere venirti a trovare e lo faremo ancora per stare un poco insieme. L’arrivo della primavera d’ora in poi per noi, non farà rinascere solo la natura ma terrà sempre vivo in noi il tuo piacevolissimo ricordo.  Ciao Giuse, le amiche di Orascio.