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  Il primo motivo per cui ho scelto di leggere questo romanzo è perchè me lo ha suggerito la mia amica Monica, per cui ero  certa di andare a colpo sicuro. Il secondo motivo è perché ho da poco tempo una nuova amica taiwanese e avrei voluto saperne di più sulla Cina, pur avendo già letto altri libri tra cui “Cigni selvatici, tre figlie della Cina” romanzo memorabile di Jung Chang. In questo caso mi interessava  sapere cosa scrivessero le nuove generazioni di autrici  cinesi e Karoline Kan, con il suo romanzo: “ Sotto cieli rossi” Diario di una millennial cinese, ha soddisfatto molte delle mie curiosità ed è andata oltre le mie aspettative.  L’autrice nelle prime 4 pagine, ci da una precisa cronologia storica, che non guasta mai, sulla Cina dagli anni 1945 fino ad oggi. Poi passa a raccontare della sua vita prima che venisse al mondo, dando un quadro completo di quello che succedeva ai suoi genitori negli anni ‘80 in cui la faceva da padrona la politica del figlio unico. La protagonista di questo romanzo  è una secondogenita, con tutte le conseguenze del caso e vivrà costantemente con la paura di essere portata via dalla polizia. Governo, funzionari, commissioni, autorità, poliziotti, regole, divieti, obblighi, popolano i 18 capitoli di questo romanzo ma Chaoqun, vero nome dell’autrice di questa storia autobiografica, che vuol dire fuori dal coro, ha alle sue spalle generazioni di donne non da poco. Si legge a pag. 47: Più tardi, quando mia madre mi raccontò dell’incrollabile supporto ricevuto da Guiqin, rimasi sorpresa solo in parte. Le donne della mia famiglia quelle da cui discendo anch’io, sono così: ostinate. Mi hanno spronato ad andare avanti, risoluta e senza paura, proprio come hanno dovuto fare loro per permettermi di esistere.  Ed è con questo spirito  che la narrazione prosegue, anno dopo anno, avvenimento dopo avvenimento: trasferimento, scuole, nuovi vicini, lavoro. Ma sono anche un fiume di particolari, di impressioni, di profumi, di colori, di paesaggi mai uguali che arricchiscono questo racconto così accorato e drammatico, così reale ma nel contempo pieno di sogni.   Non è poi così difficile immedesimarsi con la piccola Chaoqun quando si nasconde per la paura, fa tenerezza,  anche se il contesto è diverso dal nostro, la paura dei bambini è sempre tragica. La  osserviamo adolescente, oberata dai compiti di studentessa, impegnatissima per raggiungere il traguardo, ma ha anche il tempo per farsi  domande e darsi risposte che a volte non le piaceranno, e infine la ritroviamo adulta,  alle prese coi genitori  che contesta. Come non volerle bene, come non tifare per Lei, così apparentemente fragile in un mondo così granitico. Ogni pagina andrebbe  riletta per poterla assaporare meglio. Miriadi di storie, di aneddoti, descrizioni di vecchie pettegole, e integerrime funzionare.    Leggere oggi, nel 2021 tutte le vicissitudini di Karoline Kan mi ha fatto trasalire più volte, la sua data di nascita 1989 corrisponde alla rivolta degli studenti in piazza Tienanmen con le conseguenze che tutti conosciamo ma che ancora oggi il governo cinese rifiuta di commemorare. Ma il 4 giugno del 1989 quanti anni avevo io? Cosa facevo? Come avevo vissuto quella notizia? Non me lo ricordo chiaramente, ma leggerlo in questi giorni da un libro ha avuto su di me un effetto dirompente, ho riletto date ed episodi, le condizioni drammatiche di un intero popolo con la Grande Carestia, la tragedia delle donne, corruzione, ingiustizie, e la voglia di riscossa. Ho ritrovato Mao Zedong, di cui mi parlava mio padre da bambina. L’avvento della Rivoluzione Culturale, le guardie rosse che impazzano nel 1966; io forse in quegli anni  avevo il primo fidanzatino, lo so che la cosa non interessa  nessuno, ma volevo dire che la Storia va avanti anche se noi dormiamo. E ancora: Deng Xiaoping, La SARS nel 2002 e in fine Xi Jinping, attuale presidente in carica. Rileggere oggi la Storia che mi è scivolata addosso senza coinvolgermi troppo perché lontana, mi ha confusa e amareggiata. Oggi forse è diverso perché sono adulta, perché la Cina e altri paesi non sono più così lontani. Ancora una volta la lettura di un libro mi ha aiutata a comprendere meglio alcune realtà, non solo curiosità, non solo Storia, ma anche comprensione. Tutto molto  al di là delle mie aspettative.   Scrive Karoline: Per comprendere la Cina e i cinesi è necessario immaginarsi qui, chiedersi come ci si sarebbe comportati al posto delle famiglie di questo libro, che alle spalle avevano determinate tradizioni politiche e culturali. E’ molto più facile biasimare la Cina che capirla davvero, è più facile giudicare i cinesi che tentare di conoscerli. Ma sono certa che la ricompensa per chi ci prova sarà grande, tanto quanto il rischio per chi rinuncia. Be… se volete anche Voi  la ricompensa, non mi resta che augurarvi 297 pagine di strepitosa lettura.

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Le stelle di Monica Tosetto non sono delle stelle qualsiasi, come non è qualsiasi il suo romanzo. La casa editrice L’Erudita lo ha capito, pubblicandolo con un titolo altrettanto intrigante: “Stelle binarie”. Le due stelle: Selvaggia e Barbara sono le protagoniste, le loro vite corrono parallele come le stelle binarie. Il bello di questo romanzo, che non vi racconterò, è appunto il modo in cui sono congeniate le due storie. L’autrice dopo una visita all’Osservatorio Astronomico “G. V. Schiapparelli “ di Varese ha avuto un’ intuizione geniale : far procedere le protagoniste come se fossero due stelle della stessa galassia: Nana bianca e Gigante rossa, a volte lontane fra di loro a volte vicinissime, stelle binare appunto, che in un orbita comune arriveranno a toccarsi e… A prima vista, potrebbe sembrare uno stratagemma tirato per i capelli ma bisogna leggere il libro per capirne la profondità, per apprezzarne i paragoni, per coglierne le adeguatezze. Nel capitolo: Orbite comuni, le protagoniste che ancora non si conoscono frequentano lo stesso centro medico. Per raccontarlo la Tosetto inizia con un preambolo evidenziato: “Nel complesso sistema orbitale, due stelle binarie strette o interagenti sono coppie di stelle legate intorno ad un comune centro di massa e la loro distanza è di poco superiore alla somma dei loro raggi. Interagiscono anche fisicamente con uno scambio di materia tanto da stravolgere la loro evoluzione nel tempo. E poi scrive il suo capitolo. La trama in un romanzo è fondamentale ma saperla raccontare lo è ancora di più. Quello che ho apprezzato in queste pagine è la chiarezza dell’atmosfera che si respira, mano a mano che le situazioni si intrecciano e si districano, Monica Tosetto usando una scrittura scorrevole riesce a farci sentire le paure, le ambizioni, la volontà, la rassegnazione, i desideri, l’inadeguatezza. Usa metafore, paragoni, parallelismi e per descrivere una gioia strabordante non esita a paragonarla ad una donna di Bottero. Un’attenzione particolare va alla frase scritta sul segnalibro del suo romanzo: “ Sei una Nana Bianca o Gigante Rossa? La vita decide per chi non sa decidere”. Penso che qusta frase sia da attribuire a quello che l’autrice ha detto a proposito del suo libro: “Il vero messaggio che voglio trasmettere con il mio romanzo è proprio quello di non aspettare che qualcuno ci conceda una seconda opportunità, dobbiamo essere noi a crearcela, diventando così artefici e tenendo tra le mani il nostro destino.” La dedica di questo libro è: “Alla mia vera Selvaggia, la supernova più brillante. Solo per questa frase aggiungerei: ” Un libro sulla Speranza”. Un romanzo, due storie, un finale stellare. Complimenti a Monica Tosetto, aspettiamo il suo secondo romanzo.    

Mi piace come scrive Gianrico Carofiglio e mi piace soprattutto il suo personaggio: l’avvocato Guido Guerrieri protagonista del legal thriller italiano. Ti piacerebbe prender un aperitivo con lui per dirgli che lo capisci… che anche a te capita di sentirti come lui e che anche a te ti hanno lasciata, ti hanno minacciata, ti hanno picchiata, magari solo da un compagno di classe quando eri piccola ma il ricordo è tanto grande che, leggendo le sue avventure ti ci ritrovi e sei contenta quando lui ce la fa, vince e tira dritto.

I romanzi di Gianrico Carofiglio : “Testimone inconsapevole” del 2002 – “Ad occhi chiusi” del 2003 -“Ragionevoli dubbi” del 2006 – si aggiunge nel 2005 il Premio Bancarella con “Il passato è una terra straniera”. Per ognuno di questi romanzi si prospettano scenari e personaggi diversi fra loro, ma i rapporti umani, le riflessioni, i dubbi e le paure sono sempre presenti. In ” Ragionevoli dubbi ” per esempio il nostro Carofiglio fa dire a Guerrini: ” Avevo voglia di scappare via, adesso. Via da quella inattesa fragilità, da quella disperazione, da quel senso di sconfitta”.

Si sfoga l’avvocato Guerrini prendendo a pugni il sacco. Si libera dalla depressione, si innamora, si ritrova solo, mangia bene e beve meglio ma… altre volte no! e via così fino all’incontro con il suo vecchio amico Tancredi che lo aiuta in un’indagine. Fino a quando si rende conto di quanto la sua segretaria sia preoccupata per lui. Fino a quando decide che non è poi così importante una certa cosa… Un personaggio che si permette di farti leggere i suoi pensieri e resti stupito, perlomeno la prima volta, quando alla fine del discorso si legge: “Ma non dissi così”. Tutti noi vorremmo dire…. ma lo pensiamo soltanto, lui invece, l’Avvocato Guerrini se lo può permettere. Beato lui che può