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Mosche bianche

Giovedì 6 Luglio 2023 Agios Georgios

Suona sempre tre volte il battellino che tutte le mattine porta i turisti nelle varie spiagge di Iraklea. Il capitano arriva alle dieci con il quad, munito di casco e borsa frigo, dove suppongo ci sia il pranzo, con lui c’è anche un ragazzo che gli fa da marinaio, dopo dieci minuti cominciano ad arrivare i turisti, il ragazzo ritira i biglietti e il capitano è già al posto di comando con il motore acceso, nell’attesa della partenza i viaggiatori si accomodano sulle panche e a volte, sul tavolino già tirano fuori dalla borsa il thermos col caffè, Il profumo trasloca piacevolmente sulla nostra barca, c’è il rito delle foto, chi legge i messaggi del telefonino e chi in piedi, con almeno una mano ben salda a qualche tientibene, già si pregusta la gita in mare, poi il ragazzo molla gli ormeggi a poppa e a prua, alle 10,15 precise il capitano manovrando anche con l’ elica di prua, lascia il porto di Agios Georgia, non senza suonare per tre volte la sua tromba, un suono lungo e cadenzato che oramai fa parte della nostra mattinata. Ritorneranno tutti quanti, puntuali, alle 15,30 e noi siamo tranquilli perché nessuno nel frattempo ormeggerà in questo posto riservato a lui. Sull’altro lato invece, sulla nostra dritta le varie imbarcazioni si alternano quasi giornalmente e di conseguenza i guai non mancano mai. Ieri il catamarano che ci si è affiancato ha spedato l’ancora buttando la propria sopra la nostra, così siamo stati costretti a rifare l’ormeggio, per fortuna in assenza di vento e con un uomo del catamarano a terra per prenderci le cime. A dire il vero succede anche molto altro, oggi in orario pomeridiano gli equipaggi a noi affiancati, sempre su catamarano, sono già ubriachi, girano bottiglie di Gin come fosse Coca-Cola, e gli effetti si vedono, un ragazzo giovane barcolla sulla passerella e una ragazza cade non proprio subito in acqua ma battendo prima sulla spiaggetta, le risate cessano improvvisamente, la recuperano un po’ acciaccata ma non sembra niente di grave. Il problema è loro, ma avere un equipaggio del gene a fianco è sempre un problema, se va bene, faranno casino tutta notte, e comunque, con gente ubriaca non si ragiona. Fortunatamente arrivano e salpano il giorno dopo, sono catamarani presi a noleggio e hanno pochi giorni per girare le isole. Sono in realtà delle mine vaganti: non mettono i parabordi, buttano le cime a terra tutte aggrovigliate, senza prepararle prima, l’ancora la buttano a pochi metri dalla banchina, la barca per loro è una villa galleggiante. La Grecia è invasa da questi enormi catamarani e solo alcuni hanno a bordo lo skipper, il marinaio e l’hostess. I catamarani sono indubbiamente barche comode, noi ne abbiamo avuto uno di 7 metri e mezzo già 40 anni fa, e un altro di 10 metri col quale abbiamo navigato per 10 anni, ci guardavano tutti come fossimo mosche bianche. Ora che siamo un piccolo mono scafo in mezzo ai catamarani, siamo ancora mosche bianche.

Kalimera.

 

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