Limni, lunedì 19-5-2025
Ieri, domenica 18, sono salita in barca accedendovi da una lunga scala metallica rossa di 15 gradini che Enrico ha ben fissato alla poppa di Felicità, una salita lenta e senza borse in mano per essere ben sicura di non cadere, arrivata in cima mi sono aggrappata al pulpito di poppa poi, una alla volta ho sollevato le gambe sorpassando la battagliola per raggiungere il pozzetto. L’interno di Felicità è molto disordinato per via di tutto quello che abbiamo ammucchiato e coperto prima di partire. Il profumo è sano, e anche la polvere sembra poca, Mi sono piazzata in camera e ho cominciato col togliere le coperture ai letti, ho passato lo straccio su tutte le superfici compreso il soffitto, ci ho trovato poca polvere, niente ragnatele e fortunatamente nessun cadavere di animaletto, ho poi rifatto i due letti con le lenzuola pulite, quelle vecchie, sbattute e piegate sono finite in un borsone che porterò in lavanderia. A questo punto sono passata in dinette e dopo aver tolto i teli di copertura ho sbattuto tutti i pezzi che compongono il divano attorno al tavolo e li ho poi sistemati sui letti. Ora la dinette è vuota e si può accedere comodamente ai gavoni per stipare tutto quello che abbiamo portato da casa che è ancora in macchina. Sono stanca, anche oggi ristorante, optiamo per un piatto di alici fritte che mangeremo in due e la solita zuppiera… questa volta piena di maruli ( insalata verde). Nel pomeriggio piccolo riposino, un po’ di biancheria intima da lavare, un po’ di inglese, un po’ di diario di bordo, un po’ di ginnastica, la doccia, la cena. Ma che noia! Aggiungiamoci una passeggiata sul lungo mare poi a nanna, in un letto vero, in una casa vera, che come dico sempre io: non ara, non si sposta di notte come certe volte fanno le ancore delle barche e soprattutto le case non ballano. Invece TREMA TUTTO ci svegliamo all’improvviso, sono le 2,30 di notte e le scosse di terremoto ci svegliano immediatamente, usciamo di corsa dalla casa con ciabatte e pigiama, fa freschino, ci allontaniamo dai balconi e spostiamo anche la macchina, tutto tace, i nostri vicini dormono alla grande e nessun’altra scossa sopraggiunge. Rientriamo in casa, cosa facciamo? Ci prepariamo, una borsa sul mobile davanti alla porta con documenti, soldi, occhiali telefonini, al suo fianco le chiavi della macchina, ai piedi del letto le scarpe e le giacche, non chiudiamo a chiave la porta di casa e andiamo a letto vestiti. Naturalmente non dormiamo, non abbiamo pensato all’acqua, mi alzo, ne prendo due bottiglie e le porto in macchina. Che comunque è ancora carica di tutto, anche alimenti in scatola. Aspettiamo sdraiati a letto. Moriremo di terremoto? Forse, di qualcosa bisogna pur morire. Tutto tace, niente si muove e alla fine ci addormentiamo. Al mio risveglio ho pensato che la mia teoria sulle case che non ballano fosse sbagliata e che forse… È meglio la noia.