Lunedì 29-9-2025 Sitia
I cambi di scena in questa giornata a lieto fine sono stati molti. Avevamo programmato una gita a Vai per poter ammirare la foresta di palme, e avremmo portato anche la borsa da spiaggia per poter fare una nuotata. Poi uno strano rumore, prima di uscire di casa, ci ha incuriosito. In una casa nuova (fra l’altro ancora vecchia) i rumori sono insoliti e tutti da scoprire. Tendiamo l’orecchio e cerchiamo la direzione da cui provengono, quando il rumore aumenta e vira a ticchettio è chiaro che sta piovendo. Posiamo la borsa da spiaggia e sprofondiamo delusi sul divanetto che la proprietaria di casa ci ha lasciato, assieme a un armadio mezzo marcio e una serie infinita di sedie, panchetti e tavolini, nonché pizzi, santini e un numero imprecisato di soprammobili che hanno finito per riempire un grosso scatolone. Sprofondati sul divano, costatiamo, guardando il meteo che piove un po’ dapertutto, oggi, qui a Creta, (e non era previsto). Cambio di programma, con una giacchetta impermeabile e un ombrello, (anche quello lasciato dalla padrona di casa), ci avviamo alla macchina e… comincia a piovere sul serio. La nostra meta è a pochi km da Sitia per acquistare dell’olio d’oliva. Prima però passeremo dal bar dove servono un ottimo espresso Illy. Parcheggiati davanti al bar siamo rimasti chiusi in auto per più di 10 minuti perché la pioggia era così violenta da impedire la visuale attraverso il vetro. Finalmente, la pioggia cala e azzardiamo un’uscita dall’auto. Un fiume di acqua scorre veloce per la strada lievemente in discesa. Raggiungiamo il bar come se guadassimo un fiume in piena. Bagnati, infreddoliti, ci gustiamo il caffè bollente e quando usciamo dal bar, splende il sole, ma il fiume di acqua scorre ancora veloce. Più saliamo per raggiungere l’ oleificio, più l’acqua in strada diminuisce ma i segni del violento acquazzone sono evidenti: pezzi di roccia la invadono a tratti, disordinatamente, cumuli di foglie otturano gli scoli laterali, e sul centro sono rimaste, di traverso, foglie, ghiaia e terriccio, a segnare il percorso dell’acqua. Il sole caldo e il vento ne stanno già asciugando alcuni tratti. Arrivati a destinazione, dell’oleificio nessuna traccia. Chiediamo (col traduttore) ad un passante. Siamo fortunati. Lui è amico del produttore, gli telefona e ci indica dove trovarlo: in un paesino, Moklos, distante nove km e di preciso lo troveremo al bar Octana caffe. Saliamo, scendiamo, curve a destra e curve a sinistra. Un panorama collinare, ampio, quasi tutto coltivato ad ulivi, che la recente pioggia ha resi brillanti. Sembra impossibile, ma giù in fondo vediamo di nuovo il mare. Troveremo il produttore dell’olio al bar, come indicato ma scopriremo anche un piccolo angolo di paradiso, bagnato da un mare spettacolare, la costa frastagliata ma a tratti accessibile per un bagno, con spiaggetta e doccia, ristoranti con terrazza sul mare, e piccoli negozi, bar, e divanetti e cuscini lungo la strada. Una baia sempre con mare piatto perché a nord è protetta da un isolotto. L’olio era finito, bisognerà aspettare la prossima molitura a novembre, in compenso abbiamo trovato Moklos, un piccolissimo angolo di paradiso dove abbiamo fatto il bagno (comprando un costume). Poi la passeggiata lungo la costa, scoprendo il resto del paesino, e un piccolo porticciolo. I tamerici sempre ad ombreggiare la strada, e un grande parcheggio perché a Moklos si gira a piedi. Ma anche qui c’è il rovescio della medaglia, su di un ampio pianoro, proprio di fronte all’isolotto, davanti al mare sta sorgendo un mega villaggio, con tanto di enorme piscina, visibile sia dall’alto della collina che dal mare. Ma quando ti avvicini non vedi niente perché è recintato pesantemente. Questo viaggio, come molti altri è stato pieno di sorprese, la meta sembrava certa e invece no. La prospettiva è cambiata strada facendo, l’obbiettivo mancato ci ha permesso di scoprire un posto nuovo. Come dice il mio amico Oliviero (ma non è farina del suo sacco): l’importante non è la meta, ma il viaggio che si fa per raggiungerla.
Bravissima mi fate invidia voi si che sapete viaggiare e assaporare le vostre scoperte. Buona continuazione 🤗
Il viaggio è la metafora della vita. La meta è la fine del viaggio o della vita, un po’ come la morte!
Ciao Ombretta, e dire che quando andiamo in giro…ci perdiamo spesso. Però è vero che siamo ancora golosi di scoperte. Grazie per il commento
Ciao Oli, benvenuto.
Sono d’accordo, meglio vivere viaggiando.
Alla prossima