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Io so

Io non sapevo, e con me penso molti altri, perché la camorra non ha mai amato la pubblicità sul suo conto. Così gli arresti, i morti, i sequestri, finivano nel calderone delle brutte notizie che tutti i giorni imperversavano e imperversano nelle nostre orecchie e si accaniscono sui nostri occhi. Anche volendo non si capisce mai quale famiglia abbia prevaricato su di un’altra, visto la velocità con cui si sostituiscono. Si perde il conto dei morti come se si trattasse di birilli caduti: birilli camorristi, birilli imprenditori, birilli politici, birilli rosa sciolti nell’acido, birilli bambini, caduti in un gioco crudele a cui non avrebbero mai dovuto giocare. E ancora: soldi, droga, appalti forzati, lavoro nero, smaltimenti illeciti. Un mondo che sembrerebbe a parte, lontano, un mondo che pensiamo non ci riguardi, che non conosciamo e che crediamo sia gestito da pecorai ignoranti. Quando in televisione sentiamo parlare i pentiti, noi comuni mortali, ci chiediamo come gente del genere tenga in scacco la polizia, faccia affari con il mondo intero, semini terrore e morte. In GOMORRA , Roberto Saviano ci spiga tutto in undici capitoli . Viaggio nell’impero economico e nel sogno di domini della camorra, è il sottotitolo di questo libro. Leggendolo si capisce quanto sia stato difficile e penoso per Saviano percorrere tutte le vie possibili in questo viaggio nella sua terra. Vivendo personalmente fra lavoratori in nero, scaricando merce di contrabbando, assistendo a processi, funerali e raccogliendo confidenze. Comincia con un punto chiave: Il porto, da dove arriva di tutto e riparte di tutto. La scrittura sembra incredula ma quello che vede Saviano è di sicuro impatto: un container si apre per sbaglio e a terra finiscono cadaveri umani congelati. Di cinesi che non muoiono mai, se ne sente parlare ma…le realtà che ci racconta Saviano fanno ricongiungere i vari tasselli. Prosegue con l’alta moda, e qui i tasselli a me mancavano tutti! un capitolo che a differenza degli altri potrebbe sembrare più innocente ma… innocente non è: aste camorristiche, morti, minacce, sparatorie, sfruttamento, lavoro nero. E Angelina Jolie, ignara di tutto, indossa la notte degli Oscar un abito confezionato ad Arzano da Pasquale che guadagna seicento euro al mese. A seguire: come funziona il sistema, la guerra di Secondigliano, e le donne dei camorristi, ma anche le donne camorriste con le loro guardie del corpo in abiti che scimmiottano la camorra raccontata nei film. Non tralascia niente Saviano, si è informato, ha sentito, ha letto, ha studiato, riordinato luoghi, date, incontri, nomi, ha visto, ha vissuto e partecipato. Il suo libro trasuda di tutto questo. E’ con umanità toccante che parla di Don Peppino Diana, è con una tristezza infinita che nell’ultimo capitolo cammina nella terra dei fuochi: Avevo i piedi immersi nel pantano. L’acqua era salita fino alle cosce. Sentivo i talloni sprofondare. Davanti ai miei occhi galleggiava un enorme frigo. Mi ci lanciai sopra, lo avvinghiai stringendolo forte con le braccia . Seguono i suoi pensieri che con rabbia e speranza concludono il libro. Io so. Nel capitolo: Cemento armato, Saviano ripete con insistenza: Io so, come se fosse un mantra che lo aiuta a denunciare, a spiegare, a far capire. La forza delle sue parole non fa sconti a nessuno e per essere chiaro termina così questo capitolo:Io so in che misura ogni pilastro è il sangue degli altri. Io so e ho le prove. Non faccio prigionieri. Lui sa e adesso anche noi sappiamo. Grazie Roberto Saviano, per il coraggio e la forza , grazie per averci portato con te a vedere e sentire. Il contenuto di questo libro è talmente alto che il fatto che sia scritto benissimo sembrerebbe passare in secondo piano invece la sua capacità di scrittore porta il lettore passo passo con chiarezza nelle terribili vicende del sud e non solo.

2 pensieri su “Io so

  1. Fabio e Elisabeth

    Lella,non centra niente con quanto sopra, ma visto che il tuo blog è seguito in quel di Orascio mi permetto di comunicare questa risposta dell’ASPEM acquedotto.
    ciao a tutti
    Gent.mo Signor Branchi,

    con riferimento alla Sua mail del 26/11 u.s. Le confermiamo che gli organi di informazione hanno recentemente parlato del provvedimento dell’Unione Europea che ha imposto all’Italia il ritorno immediato a un valore di arsenico presente nell’acqua potabile pari a 10 microgrammi per litro.

    Maccagno è uno dei 128 Comuni del nostro Paese che ha questo problema e che fino a oggi ha goduto di una proroga concessa dalla stessa U.E. per un valore pari a 50 mcg/l.

    L’arsenico è un elemento chimico presente in natura e che non è causato da inquinamento o comportamento imputabile all’uomo.

    Le uniche due sorgenti di Maccagno che presentano tracce di arsenico superiore al nuovo limite restrittivo, sono quelle che alimentano le frazioni di Sarangio e Orascio. In collaborazione con il Comune di Maccagno ed in qualità di gestori del civico acquedotto stiamo già operando per ottemperare alla direttiva UE.

    I nostri tecnici (condizioni climatiche permettendo) dovrebbero riuscire a completare le opere progettate sulle sorgenti entro la fine di quest’anno. Nel frattempo però, in via prettamente cautelativa, il sindaco ha emesso un’ordinanza sindacale finalizzata al divieto di consumo dell’acqua potabile per usi legati all’alimentazione, mentre può essere utilizzata a scopi igienico sanitari.

    RingraziandoLa per averci scritto, rimaniamo a disposizione per ogni altra necessità in merito e Le porgiamo cordiali saluti.

    Mario Quadrelli – Capo Ufficio comunicazione e relazioni esterne ASPEM S.p.A.

    prot. n. 19701

    03/12/2010

  2. Lella

    Ciao Fabio, hai fatto benissimo. Avevo sentito la notizia dal gazzettino padano e la tua e-mai è stata tempestiva, ti ringrazio e vediamo un poco come andrà a finire.
    Pensa che l’acqua di Orascio io la portavo a Rho, quando ancora non ero residente!!

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