Per Sabato 25 gli amici del porto hanno già prenotato un tavolo nel ristorante di Vathy, ci hanno aspettato per festeggiare due compleanni: quello di Emilia, di Roberta e ci attacchiamo anche il mio che è stato i primi di maggio. Prima del pranzo, in mattinata scarichiamo dalla macchina… stendiamo un velo pietoso, per farci stare tutto abbiamo abbattuto i sedili posteriori e siamo arrivati quasi al tettuccio dell’auto. Nella stiva della nave Enrico per posteggiare in retromarcia ha dovuto farsi guidare da uno degli uomini della nave, comunque, una mezza mattinata non è stata sufficiente e dopo pranzo non è stato il caso di continuare. Per cena verdura Almira bollita, una specie di nostri Agretti o barba di frate, molto gustosa e leggera. Sabato è volato e domenica continuiamo la processione macchina-barca che non riceve più, bisogna procedere con ordine, stivare bene le scorte di pasta Garofalo, (in Grecia si trova solo la Barilla) il caffè e il thè che qui costano una fortuna, lo scatolame di legumi cotti a vapore che torneranno utili quando ci fermeremo in baia. Poi il vino che qui in Grecia è pessimo, ma non vi dico quanto, roba da vergognarsi. Insomma ci è voluta tutta una domenica, ma prima, è stato urgente lavare la barca che avevamo lasciata attraccata in porto ma sembrava avesse attraversato il deserto, aveva cambiato colore, da bianca c’è la siamo ritrovata rossa di sabbia, l’interno fortunatamente era a posto.