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E’ un tenore con una potenza di voce eccezionale, ma non è solo potenza, è armonia e delicatezza; sono certa che presto il suo nome lo conosceranno in molti.

Arriva dalla Corea con una Laurea quinquennale in Canto Lirico e materie musicali Korean National Universiti of Arts, si è poi trasferito in Italia ed ha continuato a studiare. Non vi elenco i nomi dei maestri con cui si è diplomato e le scuole che ha frequentato, ma già dal suo primo debutto in Italia al Teatro Sociale di Castiglione delle Stiviere, la sua interpretazione  di Alfredo nella Traviata ha fatto capire al pubblico e alla critica le sue qualità artistiche. Ha vinto concorsi, premi e… ieri sera, all‘Auditorium di Maccagno, il tenore Kang Hoon (primo premio, selezione lirico e lied al Concorso internazionale “Città di Maccagno” 2007) accompagnato al pianoforte dal Maestro Sem Cerritelli  ha deliziato il pubblico con un repertorio che è ha spaziato dal: Agnus Dei di Bizet a: La donna è mobile di Verdi.

Durante la prima esecuzione: Domini Deus di Rossini, lo ammetto mi sono lasciata distrarre, non ho potuto fare a meno di ammirare l’eleganza di Kang Hoon, la postura impeccabile, la mimica ben misurata. Gli applausi al termine del primo brano non sono stati scroscianti, così mi sono voltata ad osservare la platea che non era pienissima a causa dei soliti nubifragi che in questi ultimi mesi accompagnano le serate dei maccagnesi. Ma Kang Hoon… brano dopo brano ha conquistato il pubblico che in un crescente entusiasmante lo ha applaudito a lungo: “Bravo, bravo” si sentiva  gridare dalle prime file e dalle ultime. Ora L’auditorium sembrava gremito.

Non sono un’esperta di musica lirica, ma l’ascolto spesso, soprattuto i Grandi, così quando faccio un paragone  con altri che sento dal vivo non reggono il confronto (il mio orecchio è abituato troppo bene). Ma ieri sera non è stato così, tolto il momento iniziale di distrazione,  ho chiuso gli occhi e ho ascoltato: senza fare distinzione fra pianista e cantante, senza pensare a come deve essere stato difficile per Hoon affrontare questo pubblico che tutto si aspettava furchè un coreano a Maccagno, senza prendere appunti pensando che avrei scritto di questo tenore. Ho chiuso gli occhi e mi sono lasciata emozionare, un’ora e mezza in cui la magia della musica mi ha trasportata in un altro mondo, dove romanze e drammi, potenza e delicatezza convivono armoniosamente e ci fanno  sognare.

Bravo Kang Hoon, ti auguro tantissimo successo e speriamo di risentirti presto.


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30° ANNIVERSARIO PER LA SCUOLA MUSICALE DI MACCAGNO


La banda è allegria, festa, commemorazione, aggregazione e musica per tutti. Nelle loro divise impeccabili, con i loro strumenti lucidi e gli spartiti, i musicanti suonano camminando per le città, i cittadini seguono beandosi dei ritmi e di quell’atmosfera gioiosa. I bambini non disturbano se piangono e anche le voci degli adulti che chiacchierano vengono inghiottite dalla forza della musica. E’ stato così anche a Maccagno, sabato 7 giugno alle ore 19,30. Questa volta però la festa era tutta per la Scuola Musicale di Maccagno che celebrava il 30° anniversario di rifondazione. Rifondazione perché la banda in Maccagno esisteva già dal 1824, poi per vari motivi cessò la sua attività che venne ripresa appunto nel 1978. Fautore della rinascita il maestro Torrigiotti che dopo 30 anni è ancora alla direzione della formazione bandistica. Per l’occasione è stato invitato il Corpo Musicale S. Cecilia Germignaga e il Corpo Musicale Rasa di Varese, due bande con ben 200 anni di storia per la prima e 100 per la seconda. Ho avuto l’impressione che la nostra banda di Maccagno con i sui 30 anni di attività fosse una bambina a confronto delle altre due, ma… una bambina prodigio. Dopo la sfilata per le vie del paese, con grande godimento dei maccagnesi, le celebrazioni sono proseguite alle ore 21.00, presso il nuovo Auditorium “Città di Maccagno” dedicato a Bruno Compagnoni.

Dopo il saluto del presidente Antonio Cisterna che per l’occasione era molto emozionato, dopo il discorso appassionato del sindaco Fabio Passera, dopo che altre autorità si sono alternate sul palco La banda S. Cecilia Germignaga aspettava in bell’ordine di cominciare a suonare. I discorsi sono stati brevi ed è stato lasciato quasi subito il posto alla musica. E che musica! Il numeroso pubblico che era presente in sala ha subito capito il livello della serata. Sotto la direzione del maestro Domenico Campagnani la banda ha eseguito una marcia dal titolo: Lago Maggiore, e vi assicuro è stato fantastico. Il pubblico entusiasta ha applaudito lungamente. Dopo il Corpo musicale S. Cecilia Germignaga anche la banda di Varese ha esordito con una vivace marcia e il maestro Mario Splendori ha poi diretto altri brani dove clarinetti, trombe e tromboni hanno rievocato musiche da film come: Giù la testa, di Enio Morricone. La scaletta del programma e le spiegazioni dei vari pezzi, con cenni storici , mano mano che dovevano essere eseguiti sono stati diligentemente letti da Paola Perrone che ci ha parlato anche del vissuto degli autori. Al termine delle sue esecuzioni, quando il Corpo Musicale Rasa Varese ha finito di ricevere le ovazioni del pubblico ha lasciato il palco alla nostra banda di Maccagno.

“Dirige il maestro Torrigiotti” ha annunciato Paola, ma… il maestro non poteva dirigere, il maestro doveva parlare, doveva ricordare e… “forse faccio male” ha detto “ma voglio fare i nomi di tutti coloro che non ci sono più e mi hanno accompagnato ed aiutato in questa impresa, poi, senza enfasi ma con voce ferma ha elencato i suoi amici, le sue amiche e… il pubblico che li conosceva tutti ha applaudito calorosamente. Il maestro ha ringraziato con un profondo inchino e dalla magia del ricordo siamo passati alla magia della musica.

Ancora una marcia: “La luna sul lago” e i nostri musicanti sono stati bravissimi, hanno fatto agitare tutti sulle poltrone e poi ancora musica, musica. Per tutta la serata pochi sono riusciti a non tenere fermi i piedi per battere il tempo, nei momenti clou un forte fremito percorreva il corpo: la cassa toracica vibrava e il formicolio della pelle dalle braccia passava alla punta delle dita, dove non trovando uscita ritornava al corpo elettrizzandolo.

Al termine lunghi applausi e urla. Non è facile raccontare la musica, non è facile descrivere le emozioni che ne scaturiscono.La musica come tutte le altre forme artistiche o opere d’ingegno ha semplicemente bisogno di attenzione, ha semplicemente desiderio di accoglienza, quello che ci succede quando osserviamo un quadro, una scultura, quando ascoltiamo musica o leggiamo una poesia o un romanzo sono sensazioni personali che ci fanno bene, ci arricchiscono, ci portano un passo più in là, dove ci si sente meglio, dove anche l’euforia convive con la pace , dove la semplicità la fa da padrona e non ha bisogno di imbrogli per piacere e farti piacere.

Ma torniamo alla serata che prevede le premiazioni. Di nuovo il sindaco, di nuovo le autorità e fiori e targhe sono stati consegnati a chi di dovere. E per concludere: gran finale con tutte e tre le bande sul palco (non proprio tutti, perché non ci stavano!) che hanno eseguito la marcia dal titolo: Monviso, con grande godimento di tutti noi spettatori.

Sicuramente non previsto dalla scaletta la partenza spontanea delle note: Tanti auguri a te, tanti auguri per te, i musicanti hanno recuperato al volo i loro strumenti e in un disordine che è andato ricomponendosi mano mano, si sono divertiti, e dai loro sorrisi si capiva il piacere della musica insieme, si capiva la giocosità improvvisata. Spontaneità che avevo notato anche quando il direttore Domenico Campagnani della banda di Germignaga si è tolto la giacca ed è entrato nel gruppo della banda di Varese per suonare la tromba. Che bella cosa la spontaneità, che bella cosa l’affiatamento. Ma ha giustamente ricordato il Sindaco Fabio Passera che per raggiungere gli obbiettivi ci vuole anche impegno e sacrificio, e la Scuola Musicale di Maccagno ne è un esempio.