Vai al contenuto

Ristoranti

Siamo fermi in porto da 9 giorni, prima in previsione del forte meltemi, poi perché il meltemi non c’era più e ci siamo immersi nelle ferie più tranquille possibili: spiaggia, bagni, riposini, giri turistici e passeggiate. Ci abbiamo talmente preso gusto che la finestra di calma è passata e il meltemi ha fatto in tempo a tornare di nuovo. Adesso abbiamo anche una scusa valida per rimanere qualche altro giorno. Nel frattempo abbiamo trovato una pescheria e cucinato molte volte a bordo, ma abbiamo anche sperimentato qualche ristorante, con esiti nefasti al primo tentativo e molto soddisfacenti nel secondo. Per quello che ho capito dei ristoranti greci in questi ultimi 5 anni è che… come tutto, anche loro cambiano. I primi anni si mangiava in due con 15€ e oggi 15€ ti bastano per un secondo. C’è da dire che anche l’offerta è cambiata. E se nelle taverne trovi i soliti Pitaghiros, Kalamaki e suflaki con dei grossi piatti di verdura cotta o patatine fritte, o la classica Mussaka e insalata greca, nei vari ristoranti, oltre agli stessi cibi ti servono anche gli Emistà pomodoro e peperone al forno ripieno di riso condito e ancora Scordalià o Taramo salata, la prima un purè molto agliato la seconda una crema a base di uova di pesce e patate. Prima era normale sedersi a un tavolo non apparecchiato e vedersi portare un cestino di pane, con sotto i tovaglioli e le posate contate che dovevamo distribuire noi; mano a mano che le portate arrivavano, nessuno toglieva i piatti sporchi e alla fine, nel casino generale chiedevi: “logariasmò paracalò” il conto per favore, che veniva elencato e sommato sull’angolo della tovaglia di carta, a volte questa operazione si svolgeva col proprietario che si sedeva a tavola con noi e ci chiedeva cosa avessimo ordinato. In una taverna ci siamo seduti e dopo poco ci hanno servito quello che avevano senza che ancora avessimo ordinato. In un’altra non c’è il menù, quando arrivi, scendi in cucina e ti fanno vedere cosa c’è nelle teglie e poi… scaldano nel microonde. Diciamo che le cose sono cominciate a cambiare da quando abbiamo cominciato a vedere in giro le tavole già apparecchiate per benino, da quando nel menù era elencato il coperto e da quando una birra ha cominciato a costare 4 € e 50. Non mancano i ristoranti col pesce che costa 60€ al kg o anche di più, e i primi piatti a non meno di 20 € . E questi non sono ancora i ristoranti di lusso, a questi non ci siamo avvicinati se non per leggere il menù. Diciamo che la scelta del ristorante va presa con molta attenzione. L’ offerta è talmente ampia da potercisi perdere letteralmente e fisicamente: piazzette gremite di tavolini blu e sedie impagliate, lungomare con sequenza infinita di ristoranti con poltrone e poltroncine in vimini, porto stipato fino all’inverosimile tanto da rendere pericolosa la camminata a bordo mare. Viuzze con cuscini colorati appoggiati sui muretti e tavolini tanto piccoli da contenere a stento due piatti, terrazze illuminate, con divanetti e tavolini bassi, terrazze a sbalzo, ballatoi, sotto arcate, angoli sperduti, tutti apparecchiati. Insomma Naoussa è tutta un ristorante. Dopo la prima fregatura, abbiamo girato un po’ prima di accomodarci all’aperto, sotto un pergolato carico di bouganville, in piazza Naoussa’s Square (come stampato sul biglietto da visita). I tavolini sono in parte occupati, una signorina ci si destreggia veloce, è vestita in lungo e il suo grembiule è impeccabile, con in mano il vassoio o china a parlare con i clienti è sempre sorridente, sparecchia, apparecchia, e ci viene incontro, ci fa vedere due tavoli liberi e subito dopo ci porta il menù, in greco e inglese, come al solito cerchiamo di capirci qualcosa col traduttore e lei ci si accosta e ci aiuta. Il cibo è buono, ben cucinato e ben servito senza aspettare molto, mangiamo finalmente cose diverse: carpaccio di “lavraki” spigola, seppie con spinaci. Due sere dopo ci torniamo con gli amici romani, lei è sempre sorridente, ci porta un piccolo antipasto, ascoltiamo musica in sottofondo e aspettando la cena chiediamo cosa significhi il nome del locale “Takimi” squadra affiatata, risponde lei sempre disponibile e con un vassoio in mano. A noi pare che questo nome ben si addica alla bella atmosfera che si respira. La cena è buono, il rapporto qualità prezzo anche. Ci ritorneremo volentieri e speriamo che non cambi. Non ho trovato un loro link ma sul biglietto da visita c’è tutto per trovarli: tel 0030 22840 55095. Non pubblicizzo mai nessun locale, ma questo, in 5 anni di Grecia, per noi è il migliore.

Kalī ørexi
P.s. mi scuseranno i greci se alcune parole le ho scritte come le so pronunciare.

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.