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Letture in barca da Bookcrossing

Ogni tanto, curiosando in posti dove i libri sono ammassati senza alcun criterio, se non per la lingua in cui sono scritti, mi capitano fra le mani dei romanzi di autori nati il secolo scorso. É il caso del libro di Thomas Hardy, nato nel 1840, intitolato: “Il ritorno alla brughiera” e pubblicato in prima edizione in tre volumi nel 1878. Un tomo di 470 pagine. Più che la voglia di leggerlo è stata la curiosità che mi ha spinto ad iniziare una lettura che da subito si e presentata particolareggiata, minuziosa, dall’andamento lento, però a mano a mano che leggevo mi addentravo in una brughiera che non avevo mai incontrata prima. Costretta a tenermi il telefonino a fianco per consultare Google su nomi di uccelli che non avevo mai sentito nominare, e lo stesso per fiori ed altro. Thomas scrive della brughiera per pagine e pagine, senza mai ripetersi. Ne torna a parlare durante lo svolgersi del romanzo e la vedo battuta dal vento o infuocata dal sole. Ci sono piccoli villaggi disseminati sulle colline, case isolate o anfratti che fanno da rifugio ad animali vari. I personaggi sono ben caratterizzati come l’uomo dell’ocra, Venne, intriso di rosso vivido che gira col suo carrozzone. Una donna assennata, Mrs.Yeobright, tutta d’un pezzo che cresce nipote e figlio da sola. C’è il capitano che racconta le sue avventure. Il giovane Christian, ingenuo e fifone, il vecchio arzillo, i raccoglitori di torba e i raccoglitori di ginestre, lavori umili e antichi. Non manca la bella e sfortunata Eustacia che sogna Parigi, e Clym che da Parigi è venuto via. C’è l’amante e il giocatore d’azzardo. Un’umanità variegata che saprà unirsi compatta nelle necessità e anche riunirsi per ballare intorno ai fuochi. C’è il dramma che si dipanerà sempre nella brughiera, fra colline e sentieri scoscesi, fra lanterne accese nella notte e temporali tremendi che ingrossano fiumi. La trama che emerge fino ad essere incalzante sarebbe semplice da riassumere, gli ingredienti sono semplici: amori, passioni, buon senso, intrighi, eredità e malefici che si compiono nella brughiera, fra poggi, creste e soprattutto sulla montagnola di Rainbarrow. Questo romanzo è scritto talmente bene che conoscerne prima la trama non è fondamentale. Sono le peculiarità dei personaggi che si muovono in una terra selvaggia di rovi, ginestre ed erica, da molti amata e da pochi detestata che ne fanno un buon romanzo da leggere. Magari, lentamente e senza fretta, altrimenti potrebbe essere scambiato per un mattone. Insomma, a me è piaciuto, ma consigliarlo potrebbe essere un azzardo.

Comunque… buona lettura.

 

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