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In terra straniera

Uno dei primi lavori che Enrico ha fatto quando siamo arrivati è stato montate la bicicletta pieghevole che teniamo in barca. Oggi la inforco con molto piacere per andare al mercatino, penso di acquistare: meloni, arance, patate, cipolle, e non so cos’altro, di sicuro tutta roba pesante, il  manubrio della bicicletta al ritorno sarà prezioso. La strada lungomare è  semi deserta, da lontano, in senso contrario arriva una moto e il conducente porta il casco, è il nostro amico Gart, neo zelandese, parla: inglese, tedesco, greco, italiano, riconoscendoci a vicenda ci salutiamo già da lontano sbracciandoci,  senza bisogno di fermarci vicini, senza bisogno di  parlare. Mi è piaciuto molto, lontana da casa incontrare sempre amici è una bella sensazione. A lato della strada nei divanetti del bar, una famigliola indubbiamente tedesca fa colazione, o meglio aspetta che gli portino la colazione, tre bimbi di cui uno sul passeggino, altri due, lui di sei anni e lei di  tre circa,  e i genitori, tutti biondo platino. Dopo averli sorpassati mi viene in mente che in borsetta tengo sempre delle rane di carta, torno indietro, mi affianco al tavolino, senza scendere dalla bici, dopo aver sorriso alla madre per chiedere il permesso,   estraggo le rane, le appoggio sul tavolino e le le faccio saltare, una grande in direzione del maschietto e una più piccola verso la femminuccia, ridono entrambi, li lascio senza dire una parola mentre loro felici fanno saltare le rane. Rientro dalla spesa un po’ traballante, come previsto il carico è notevole, in porto dove la strada in cemento è sconnessa devo appoggiare i piedi e mi fermo anche. Sul fondo del molo un campanello di gente si sta sbracciano e nonostante le note molto alte dell’inno alla gioia sovrastino il porto, le loro grida emergono chiare. Cosa succede? Chiedo avvicinandomi. Partono, la risposta, prendono il largo e rientrano fra tre mesi. Chi parte sono dei francesi che non conosco, chi li saluta sono anche italiani e greci, mi unisco a loro e poi vado a sistemare la mia spesa in barca. Fra qualche giorno partiremo anche noi. Non faremo in tempo a vedere gli spagnoli, trattenuti a casa per dei controlli di routine che danno problemi. Manca Aurora che aspetta fra un po’ di andare in pensione e mancano anche i romani Margherita e Claudio, e speriamo di trovare per mare Franco, ci piacerebbe proprio. Non siamo gli unici in terra straniera ma i Greci accolgono tutti nelle loro splendide acque

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