Ieri arriviamo nel porto di Lavrio con un’ora di anticipo perché il vento in navigazione è aumentato a nostro favore e le onde ci spingevano da poppa. I due posti barca prenotati anticipatamente da Andrea sono al pontile, ma quando arriviamo vediamo Sisila uscire dall’ormeggio e dirigersi al molo. Non capiamo, l’ormeggio era al pontile, aspettiamo girando in porto che loro terminino il loro ormeggio e poi ci affianchiamo senza problemi, in assenza di vento. Andrea ci spiegherà che per un malinteso tra i due soci del pontile, loro sono stati letteralmente scacciati dopo aver prenotato e dopo aver fatto l’ormeggio. In Grecia queste cose sono possibilissime ed è sempre spiacevole. Andrea che solitamente prende fuoco, questa volta abbozza, e dice semplicemente ma con rammarico: “È la Grecia!”. Menomale che arrivando presto abbiamo trovato altrove due posti liberi. Gli uffici per pagare sono chiusi, ci penseremo domani mattina. Lavrio è una città grande, a circa 60 km. da Atene e a 30 dal suo aeroporto. È di conseguenza molto trafficata. La zona migliore per trovare di tutto è un lungo viale alberato con doppia circolazione per le auto e una zona centrale perdonabile, ben attrezzata con panchine fontane e molto verde. Andrea sistema alla Vodafone i suoi problemi di telefono, Roberta cerca senza riuscirci un retino e poi ci rinfreschiamo con una birra prima di sederci ad un ristorante, fuori dal circuito turistico. Qui in Grecia usa così: chi vende carne, la sera la cucina e la serve ai tavolini all’esterno. Lo stesso fanno i pescivendoli. Così ieri sera, fuori da una pescheria abbiamo mangiato pesce e sembrava di essere ancora in barca perché un grosso ventilatore ci ha investito come se navigassimo di bolina, in compenso il piccolo bagno situato al primo piano, sopra la cucina era letteralmente un forno, tutto caldo, dal pavimento ai sanitari. “È la Grecia!” abbiamo commentato noi. Questa mattina, molto presto ci hanno svegliato i rumori di un cantiere qui in porto, forse è meglio, ho pensato, ho un po’ di cose da fare prima di ripartire. Nel frattempo i capitani di Sisila e Felicità si presentano negli uffici con i documenti necessari per pagare l’ormeggio della notte. “Non si paga” Si sentono dire i due capitani, “Se siete arrivati ieri nel pomeriggio e ripartite questa mattina, non si paga”. I due si guardano e sembrano dire: “È la Grecia!”. Con questa bella notizia alle 9,30 riprendiamo il largo in direzione Karystos sull’isola Ubea.