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Terra e mare

Fa freschino appena usciti dal porto di Karystos, sono quasi le sette e cominciamo subito a coprirci, una felpa leggera io, un gilet Enrico. La rotta è già tracciata, procediamo a 6 nodi con mare calmo e a favore di vento. Il sole… forse è sotto le nuvole e il colore del mare è metallico con qualche luccichio, io aggiungo una felpa più pesante con cappuccio. La costa  ovest dell’isola Eubea è particolarmente brulla, con scogliere biancastre a picco sul mare, a salire  roccioni rossastri con pochi cespugli. Poi una lunga linea che sembra una ferita, la incide, facendo posto ad una strada che tagliare in due il panorama. Più  avanti il nulla, sempre roccioso e brullo. Il vento aumenta, si balla parecchio e una forte corrente a favore ci fa aumentare la velocità, aggiungo una giacca e i pantaloni lunghi, Enrico sempre col gilet. Oltre al freddo io ho anche un languorino, propongo un caffè, ma non è il momento, stiamo per doppiate il capo di kavodoro sulla nostra destra l’isola di Andros. In questo canale, con correnti forti, mare ingrossato il mio stomaco va in tilt, ho mangio ho vomito. Come capita spesso e come ci aspettavamo, doppiato il capo torna la calma del mare, spariscono le correnti e aimé anche il vento, io comincio a spogliarmi, un capo dopo l’altro arrivo al costume, anche Enrico che non ha mai mollato il timone ora mette il pilota automatico e si toglie il gilet. Ho sempre fame e anche di più se penso che la colazione l’abbiamo fatta alle 6. Preparo una zuppiera di insalata, pomodori, e cipollotti, con pezzettini di pane e olive, la divoriamo, siamo finalmente rifocillati e tranquilli, il sole a preso il posto di quella strana afa mista a foschia che era come una cappa opprimente, ora splende il sole, ma la poca aria è calda. In porto ad Apostoloi arriviamo prima del previsto dopo 10 ore circa di navigazione. André e Roberta sono già ormeggiati all’inglese, ci danno una mano per l’ormeggio e ci incastriamo fra loro e un peschereccio. Il molo è a dir poco terrificante, puzzolente di pattumiere che sembrano, anzi sono abbandonate con il loro carico, le reti dei pescatori ben raggruppate e coperte emanano miasmi di pesce marcio, gatti randagi si aggirano tutti attorno, i loro piccoli sono nascosti sotto piccole  barche capovolte.  Il caldo è torrido e non tira un filo di vento. Solo il solito bagno ci salverà da tanta bruttura e calura. L’ acqua, a differenza della terra ferma è pulita e cristallina anche in porto. Ci dirigiamo comunque  verso la spiaggia, purtroppo è piena di schifezze anche qui, nonostante la stagione sia iniziata e gli ombrelloni e straiette siano occupati. La nostra salvezza è sempre il mare: trasparente ed invitante che ci rinfrescherà fino a fare sparire anche la  stanchezza.

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