Ieri notte, alle 2, tuoni, fulmini, pioggia, vento e il mare entrava in porto da sud provocando scompiglio fra le barche charter ormeggiate sul lato opposto al nostro. Alcune poppe uscivano dall’acqua per poi ricadere in mare e scontrarsi fra di loro, sul pontile gran movimento e urla varie. Sul nostro lato c’è la siamo cavata con un po’ di onde anomale. Questa mattina, domenica 8-9, dopo la pioggia è decisamente rinfrescata l’aria. Alle 8 siamo già in passeggiata, è ancora nuvoloso e si cammina volentieri. Quattro km. andata e ritorno per raggiungere un cantiere qui in zona, quello dove Flavio ha portato la sua barca, lui non c’è ma chiacchieriamo con altri italiani di Roma che troviamo lì e che hanno anticipato il loro rientro. Sono solo le 10 quando siamo di nuovo in zona porto, il sole ogni tanto scappa fuori dalle nuvole, siamo stanchi, e assetati, ci sta proprio bene un “portocali” ‘mi perdonino i Greci’. Sarebbe una bella spremuta di arance. Riusciamo anche a pagare l’ormeggio per gli 11 giorni che siamo rimasti qui nel porto di Orei. Quando siamo arrivati il responsabile ci ha registrato e ci ha detto di andare a pagare il giorno prima di partire. Conoscendo le abitudini, Enrico è da ieri che cerca di pagare ma l’ufficio sabato era chiuso, figuriamoci oggi che è domenica. Invece lo troviamo aperto, comunque sull’isola Eubea tutti i porti comunali sono collegati tramite PC. A un nostro amico è capitato di non pagare un porto perché non aveva individuato l’ufficio e al porto successivo gli hanno chiesto di saldate gli arretrati. È deciso, domani si parte, decidere la rotta è stato più difficile: navigare per meno miglia, e rischiare di non trovare posto nei piccoli porti, o dirigersi in una baia protetta e sciropparsi 36 miglia. Enrico non è che stia benissimo e io nel frattempo mi sono beccata un forte raffreddore. E poi c’è anche la nostra benedetta ancora che non sappiamo se abbia agganciato quella del vicino, che ora è arrivato, anzi è arrivato ieri sera e la prima cosa che ha fatto è stato lavare la barca, i nostri oblò sono spalancati e l’acqua è subito schizzata all’interno di Felicità. Qualche urlo di allarme, altrettante scuse, e mentre lui continuava a lavare la sua barca tenendo bassa la canna dell’acqua noi abbiamo asciugato: piani, pavimento e cuscini della dinette, prima però siamo corsi in camera a chiudere il passo d’uomo. La loro è una barca grande se la nostra ancora gli si è sovrapposta non sarà facile liberarla, bisognerà mettere in acqua il canotto ecc..ecc… Vedremo.
Brava Lella i tuoi racconti sono i nostri ricordi come una scia lasciata a poppa della barca
Grazie amore, ricordi di una scia lunghissima vissuta insieme. Smack