Limni, domenica 1-6-2025
Il tempo continua ad non essere un granché, giovedì e venerdì fra un raggio di sole e l’altro e il vento ancora freddo che non invita certo a mettersi il costume, il tempo passa calmo. Sulla spiaggia davanti al cantiere i muratori hanno finito di armare una nuova doccia e i gestori del bar adiacenti, fra sabato e domenica hanno ripulito la spiaggia e impiantato 4 file di ombrelloni e sdraio. Nonostante le temperature ancora basse più famiglie ci si sono già accomodate ma nessuno ancora fa il bagno. Le piogge di questi giorni hanno ingrossato le acque di un torrente che sfocia in mare qui, poco lontano e una grande bolla di acqua colore ocra si estende in mare; mi sembra di essere a Maccagno dove il fiume Giona, allo stesso modo, si spinge, allargandosi nel lago Maggiore con acque fangose che lo tingono di ocra opaco. Piano piano riprendo padronanza della mia schiena, salgo la scala che mi porta in barca con più facilità ma sto sempre molto attenta. Venerdì 30-5 È quasi ora di preparare l’insalata greca ma non ho voglia di mangiare un piatto freddo così propongo ad Enrico un bel piatto di pennette al sugo, sono le 13 e mentre prendo il tegame per mettere su l’acqua mi arriva un messaggio da Patrizia e Giovanni che ci pensano ancora a Creta: “Stiamo arrivando in cantiere a Limni, voi dove siete?”. ” In cantiere a Limni anche noi!” Spengo il fornello sotto il tegame l’acqua e gli andiamo incontro. È come se fosse il proseguimento delle ferie dell’anno scorso, come se l’intervallo invernale fosse svanito. Ci abbracciamo, ci baciamo, ci sorridiamo… ecco, sono cominciate le ferie, rincontrarsi con gli amici barcaioli è un vero piacere, ci portano le novità di altri amici comuni, anche loro di Roma, ci raccontano di progetti futuri e ci spiegano anche che… sono stanchissimo per il viaggio, ci riuniremo questa sera per cenare assieme al ristorante ” Il platano”, il più gettonato dai locali. Per essere proprio tranquilli prima della partenza bisognerebbe cambiale le batterie della barca che si alimentano con i pannelli solari, andrebbero cambiate ogni 4/5 anni e le nostre sono al limite. Fare ora il cambio sarebbe meglio, così dopo aver interpellato il proprietario del cantiere (per chiedere consiglio) ed esserci messi in contatto con l’elettricista, sabato 31-5, siamo pronti per il cambio batterie. E… piove, piove di brutto, ha cominciato alle sei del mattino, tanto violentemente da svegliarci per il gran battere della pioggia sulla barca che al suo interno fa da cassa armonica. Alle 8 ci alziamo, non piove più, uscendo nel pozzetto, dalla poppa di Felicita il panorama è limpido: nell’uliveto che si estende a vista d’occhio, gli alberi sono di un verde lucidissimo e un grande e variopinto arcobaleno li sovrasta: bellissimo e inaspettato, ma poi riprende a piovere. Penso a Patrizia e Giovanni che con quest’acqua non potranno fare nessun lavoro in barca, penso che sono ormai le 11 e ancora l’elettricista non si vede, penso proprio che con questo tempaccio non verrà. All’una manda un whatsapp (che traduciamo): ” Arrivo fra mezz’ora”. Il pranzo è rimandato. E quando arriva non piove più. È stato un lavoro lungo e faticoso, le 4 batterie al piombo sono pesantissime, portate su e giù dalla scala in ferro con 15 gradini, quelle vecchie da sbarcare e quelle nuove da piazzare sempre ai lati del vano motore. Insomma un lavoraccio. Finalmente alle 3 del pomeriggio mangiamo la nostra l’insalata greca.