Li guardavo allontanarsi di spalle, in tre, affiancati: uno spagnolo, un greco e un italiano, potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta e invece era una cosa seria, tanto che hanno voluto andarci da soli, senza le mogli che, secondo loro, avrebbero complicato le cose. Sono quasi le 8 di sera e loro, avviandosi verso il parcheggio, contano di raggiungere in macchina la città di Istiaia, per cercare, ed acquistare un regalo per Anna. Domani, mercoledì 13- agosto è il suo compleanno. Continuo la mia camminata serale e visto che le cose andranno per le lunghe, mi addentro in una via laterale al mare, a quest’ora completamente in ombra. Quando rientro in porto Anna è davanti alla barca del greco e sta parlando in inglese col la moglie bulgara. Ha un’espressione sconsolata e gesticolando col telefono in mano mi informa: ” Sai cosa c’è? Ho telefonato al ristorante per prenotare per domani e mi hanno risposto che è tutto pieno fino a lunedì”. Non ci posso credere, domani è mercoledì, mica ferragosto o sabato… Anna prosegue: “Ho richiamato per sapere se avessi capito male”. E… ha capito bene, niente prenotazioni fino a lunedì. Siamo sconsolate anche perché il ristorante Zaxapakhe era il punto forte della serata. Lì ci avevamo passate altre belle serate con amici, con buon cibo e al fresco in collina. Nessuno aveva immaginato per la festa di compleanno di Anna, un posto diverso da quello. Anna, chiede dove siano gli uomini, per metterli al corrente e condividere anche con loro le future scelte. “Ma… non so… non sappiamo”. Consegna del silenzio, non si rovinano le sorprese. Siamo ora sedute, io e lei su di una panchina, il sole è calato, molta gente già cammina sul molo davanti a noi. Anna non demorde, col telefono in mano scomoda anche l’intelligenza artificiale per trovare, in zona, un altro ristorante alla stessa altezza dello Zaxapakhe. Le dita corrono velocissime sulla tastiera, i suoi occhi frugano curiosi fra menù e immagini. Non si capacità che ci siano così poche foto per valutare un ristorante. Io, che le sono affianco non so come aiutarla, e per sdrammatizzare le dico: “Ma se anche ci fossero più foto, non ti servirebbero, qui in Grecia puoi fare anche a meno del menù, tanto… servono tutti, sempre, gli stessi piatti”. Anna non manca di chiedere più volte: “Ma quei tre dove sono andati.?” Silenzio. Vorrebbe decidere con tutti noi dove sarà meglio organizzare la serata di domani. Si fa tardi, ci ritiriamo ognuna sulla propria barca. Finalmente alle 21:30 rientrano gli uomini. Quando informo Enrico del ristorante pieno fino a lunedì ci resta male anche lui. “E il regalo?” Domando, mi spiega tutto, ma resto curiosa come una scimmia perché il regalo è sigillato in un elegante sacchetto di carta. Finalmente possiamo cenare. Poi, bisogna che passiamo da Anna. Lei ha già risolto. È davanti alla nostra barca col marito sudafricano e il greco. “Andiamo dallo Spagnolo a dirgli che domani sera compriamo le pizze e le mangiamo qui sulle gradinate del monumento con le ancore. “Dorme!” “Chi?” “Lo spagnolo”. Lei, non lo sa ma noi si. Perché il greco aveva proposto di andare da Anna dopo mezzanotte a cantargli gli auguri e consegnarli il regalo. Un’idea geniale. La cosa non ha avuto seguito perché lo spagnolo va a letto presto. Peccato, sarebbe stato bello. Ci avviamo in gruppo: il greco con la moglie bulgara, Clive, marito sudafricano di Anna di origini siciliane e noi due italiani. Davanti alla pasticceria, ognuno di noi con un dolcetto in mano cominciamo a parlare, in inglese, greco, italiano, è tutto molto concitato e inverosimile: il greco racconta una barzelletta in italiano, Clive, gesticola con le mani e la signora bulgara ride e spiega in inglese che quel gesto è chiaro anche per i bulgari. Ad Anna spieghiamo…. non si può scrivere cosa spieghiamo! Insomma un capannello di persone che stanno passando una bella serata. È tardissimo, il taratazum è già cominciato da un po’, sembra più moderato. Forse si dormirà. E saremo pronti e pimpanti per il compleanno di Anna.