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Domenica 2 Luglio 2023 isola di Iraklia

Al risveglio, togliendo la tendina che oscura il passo d’uomo, lo vediamo bagnato, eppure non ha piovuto questa notte, usciamo e costatiamo la forte umidità che ha bagnato completamente la barca. In questo caso, di solito, passiamo il mocio ed oltre ad asciugare la barca togliamo anche la salsedine, magari il pozzetto lo puliamo un po’ meglio, con uno straccio e… togliamo anche l’umido dal parabrezza che comincia a gocciolare. Alla fine Felicità è bella pulita e noi siamo già sudati. La giornata è limpida, l’acqua cristallina è di una trasparenza tale che vediamo la catena dell’ancora fino ai tre metri e mezzo di profondità che ci indica l’ecoscandaglio. Sul fondo della spiaggia di fronte a noi una fila di vecchi tamerici già procura ombra alle panchine sottostanti, un’ombra che col passare del tempo si allungherà lentamente verso il mare. É domenica, arrivano i bagnanti, i salvagenti, i bambini e qualche persona è già in acqua a rinfrescarsi, le donne col cappellino in testa, sono ferme a chiacchierare fra di loro, altri giocano e qualcuno nuota. Anche noi ci buttiamo in acqua, che è un po’ freschina, ma dopo il primo impatto ci godiamo questo fiordo poco popolato e tranquillo. Quasi tranquillo, arrivano in seguito e in continuazione barchette, gommoni, grandi catamarani, barche a vela, e un grosso yacht. Tutti trovano posto, affiancati ad altre barche, buttando l’ancora e fissando la poppa a terra con delle cime, lo yacht sparisce in una rientranza del fiordo, i due catamarani hanno preso il posto del traghetto che se ne è appena andato, colmando il fiordo all’orizzonte. La barca a vela invece si è incastrata in uno spazio che non c’era! Il vento da sud che aspettavamo si è affievolito, e nelle piccole Cicladi non è arrivato, si è sfogato più a ovest, dove sono ora i nostri amici romani. Li abbiamo sentiti e dicono che sono ben ormeggiati, devono solo aspettare 6 ore che la buriana passi. Cose che capitano per mare. É stata una bella giornata, immersi in una natura selvaggia. Già nel giretto che abbiamo fatto ieri sera ce ne eravamo resi conto. Camminando in salita, in ogni dove terreni scoscesi, rocciosi e selvaggi, e nel nulla, stradine sterrate che portano a casette bianche cubiche, qua e là disseminate a gruppetti armoniosi, isole bianche circondate da alberi e fiori, con imposte e porte dipinte di blu. Ci si sente bene guardandosi in torno, la veduta è ampia e nonostante le rocce, molti arbusti hanno trovato il loro abitat. Scendendo, lungo la strada in cemento, il panorama cambia, sempre case ma più fitte, più numerose che si stendono fino al mare, qui ci sono ristoranti caratteristici e ben curati, piccoli negozi con molti oggetti di artigianato locale, coloratissimi ed eleganti. Anche le case private fanno a gara a chi è più bella. Iraklia ha un suo fascino tutto particolare: selvaggio ed accogliente, non è un caso che sulle rocce, a picco sul porto ci sia una scritta molto grande in bianco: WELCOME che incorpora al suo interno, in azzurro, il nome di questa piccola isola: Iraklia.

Kalimera.

 

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