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La barca dei francesi

Domenica 13 Agosto 2023. Livadi.

Sono arrivati venerdì sul tardi i francesi, il meltemi era già montato, il molo, sul lato della baia quasi libero e le onde già ci frangevano. La loro è una bella barca a vela di 16 metri e vorrebbe ormeggiare quasi di fronte a noi. Come sempre, e soprattutto su questo molo, Enrico scende per prendergli le cime ma prima lo consiglia di buttare l’ancora in un altro punto, gli parla in francese, vista la grande bandiera che hanno a poppa, ma la barca è ancora lontana e i rumori sovrastano la voce, più eloquenti sono stati i gesti, perché i francesi hanno capito e accettato il consiglio. Quasi a ridosso del molo Enrico prende le loro cime e parla di nuovo in francese con loro che rispondono, poi pero, “Ma tu sei francese? “ No, sono italiano, e di rimando “ma voi siete francesi?” “No, italiani anche noi”. Insomma la barca dei francesi ha un equipaggio italiano. Infatti la bandierina che sventola in alto a sinistra dell’albero, e che per convenzione indica la nazionalità delle persone a bordo è italiana, invece quella di cortesia che sventola a destra, indica la nazionalità del paese che ti ospita nelle sue acque ed è greca. Non stiamo a sottilizzare sul perché della bandiera francese a poppa, però chiariamo il perché dell’ancora in un altro punto. Di fronte a noi, sull’altro lato del molo ci sono molte alghe e le àncore non tengono, ce ne siamo ben accorti in questi giorni, ecco il motivo del consigli. Ma consigliare, se non richiesto non è sempre gradito, qualcuno si offende. Motivo per cui il più delle volte Enrico non interviene. Ma venerdì sera il meltemi era troppo forte e lui non ha resistito. In compenso gli italiani, il mattino seguente sono venuti a ringraziarlo e a chiedere consiglio su un eventuale traversina da mettere. Nel pomeriggio il capitano torna da noi, vorrebbero partire domani verso nord, e chiede delle eventuali finestre del meltemi. Si, in effetti il vento dovrebbe calare, ma il mare residuo ve lo trovereste contro, noi faremo la stessa rotta ma pensiamo di partire lunedì. Poi cominciano un sacco di disquisizioni sulla lunghezza della loro barca, su quale chiglia sarebbe migliore, su come prenderebbe le onde e l’eventuale rollio, sul procedere eventualmente di bolina terzarolando, su come l’altezza delle onde inciderebbe sull’andatura, e altre possibilità. Io li ascolto, parlano questa volta entrambi in italiano, ma non li seguo più, pur sapendo cosa vuol dire terzarolare o altri termini, proprio non capisco e di conseguenza mi estraneo. Questo gergo dei velisti, dopo tanti anni di navigazione mi risulta a volte ancora incomprensibile. Oggi salpano i francesi italiani, il capitano ha un regalino per me, sono lusingata. Domani è probabile che salperemo anche noi, però sul tardi, per dare il tempo alle onde di calmarsi e a me di fare un po’ di cambusa, ci toccheranno due baie consecutive, prima di raggiungere il porto di Methana, forse mercoledì, meltemi permettendo.

Kalimera.

 

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