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Venerdì nefasto

Il giorno dopo, Venerdi, mentre Enrico si procura una bella scottatura da sole nelle solite posizioni assurde e fisse  mentre cercava di stringere i bulloni del motore del salpancore che aveva dovuto smontare, Andrea Benini, si immergeva nelle acque del porto per verificare che la sua elica fosse a posto e nel contempo perdeva il telefonino che aveva in tasca. Inutili i tentativi di recupero, ha provato  subito con le mani, poi si è  immerso con la bombola ma il fondo del porto è  melmoso. Nel frattempo gli amici gli si sono fatti d’attorno, consci del dramma e pieni di rammarico. Lui più bravo di noi ci ha scherzato su,  adducendo l’intera colpa alla data di nascita  stampata sulla sua carta di identita’. E anche nelle serate seguenti quando eravamo tutti insieme aggiungeva “Ma se qui non ci fossi io,  voi vi annoiereste”. La moglie Roberta  nel frattempo,  gli ha confezionato una piccola busta  che porta al collo con dentro un vecchio telefonino. Quel venerdì pomeriggio un capannello di amici hanno cercato senza riuscirci di recuperare il telefonino con una lunga pertica agganciata ad un retino che ogni volta che veniva issato sbrodolava solo del gran fango, del telefonino nessuna traccia. Non contento, il Benini  ha perso in acqua la parte superiore dell’idropulitrice che non voleva funzionare, questa volta però , non l’ha persa, gli è proprio schizzata  in acqua lasciandolo senza parole e poi… anche una bella cima è  finita nelle acque del porto, lo stesso venerdì nefasto. ” Ma basta Benini, basta per oggi di cazzate” Gli amici lo tengono d’occhi e non mancano a questo punto di sfotterlo un po’. Ma lui ha un’espressione da innocentino, con quegli occhietti azzurri e le braccia aperte verso il basso che sembrano dire ” Ma… non è colpa mia” . Il Sabato è andato meglio, il sensore nuovo è arrivato e bisogna andare a ritirarlo da Spiros. Da Galata, per raggiungere l’isola di Poros ci sono dei Taxi boat, più o meno in ordine, più o meno puliti e ce ne sono alcuni proprio ben tenuti con il colore delle tende che oscurano le grandi vetrate uguale al colore del tessuto che ricopre le spugne sulla lunga panca che ospita i passeggieri, non più di una decina, quello che hanno in comune questi taxi acquatici  è il grande rumore che fa il motore posto nel mezzo della barca e anche la grande abilità di tutti i conduttori di taxi nel destreggiarsi all’attracco e alla partenza, dalla costa all’isola, vanno e vengono in continuazione, aiutano a salire e scendere, ti prendono il passeggino o la bici, prima del CV la corsa costava € 1  poi € 1,20, quest’anno siamo passati a € 1,50. Da Spiros non ci sono intoppi e nello stesso pomeriggio il contacatene con il nuovo sensore funziona perfettamente. La spalla di Enrico che era rimasta esposta al sole la mattina precedente, ora, nonostante la crema ha già le bolle. Ipomoni.

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