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La gibigiana

Sull’altro lato dell’ isola, abbiamo lasciato perdere una deviazione per Agios Ioannis in Kastri, le descrizioni e le foto di questa chiesetta su di un roccione a picco sul mare sono a dir poco invitanti, la pubblicità data dal film “Mamma mia” ne fa un luogo di pellegrinaggio, ma i 200 gradini necessari per raggiungerla ci hanno fatto proseguire tranquillamente fino al porto Neo Klima. Un luogo minimo, non affollato,  con tutto il necessario: spiaggia libera con doccia e sul fondo:  panchine in ombra sotto enormi liquidambare, il tutto vicino al porto, oltre la strada: taverna e supermercato. È perfetto per noi, proseguiamo per il secondo porto, Loutraki, ci arriviamo verso le 11,30 anche questo fa al caso nostro, mentre ci informiamo il sole picchia, lo stomaco reclama e abbiamo sete, qualcuno finisce in bagno un’ altro ritorna con una bottiglietta, io propongo una bella bugassa ma subito mi contraddico perché prima voglio fare il bagno. Dove lo facciamo? Qui? Torniamo a Klima? Ma no, ci sono più giù altre spiagge belle! Dove vogliamo andare? Fate voi, io mi accodo. Insomma poche idee e confuse, menomale che siamo solo in 4. Decidiamo per Limnonari e prima di raggiungerla dalla macchina vedremo altre belle spiagge: Panormis, Mila. C’è anche Hovolo ma è raggiungibile in discesa a piedi e… non c’è taverna. Ce ne sarebbe un’altra con degli scavi romani, ma, dai commenti sembra che non valga la pena. La spiaggia di Limnonari  è perfetta.  Ci siamo arrivati da una deviazione e fino a che non l’abbiamo vista eravamo tutti preoccupati: ma non vedo spiaggia, e poi, non c’è la doccia, c’è solo una taverna! La cosa migliore da fare, siamo d’accordissimo tutti è buttarsi  in acqua che è a dire poco trasparente, con riflessi color smeraldo e verso il mare aperto di un blu intenso, l’acqua è  un cristallo con vista pesci e rocce, e sulla superficie la gibigiana, un balenio di luce disegna un’intricata trama sempre in movimento. La baia è ampia, circondata dal verde, la sabbia è  dorata e sottile. Solo ora, dopo esserci rinfrescati, siamo pronti per la taverna con pranzo a base di pesce, poi riposino, lungooo riposino e si riparte, tutti in macchina che è un forno. Altre fermate, altra ricerca di panorami esclusivi, di inquadrature perfette che escludano cassoni dell’immondizia e pali della luce, sempre comunque in ombra, come se il sole mordesse. Accaldati ma soddisfatti rientriamo a  Skopelos dopo aver fatto il pieno dell’auto presa a noleggio. La transenna è ancora abbassata ma noi ormai a piedi abbiamo solo la borsa da spiaggia. Il palco e le sedie sono ancora lì, questa sera torneremo a sentire la musica greca e a vedere i loro balli classici: lenti e melodiosi, con picchi di virtuosismi e molti passi di danza diversi, che si ripetono ritmati.

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