Ieri, giovedì, non abbiamo ballato poi tanto in porto con la risacca e il traghetto ha un suo angolo di ormeggio circoscritto, per cui le onde provocate dal suo transito sono passabili. Però è sempre uno shock quando il capitano da l’ordine di buttare l’ancora: il rumore tremendo di ferraglia in corsa che precipita in acqua sembra infinito, è proprio all’inizio che ti colpisce, inaspettato e violento, ti si blocca il respiro, dovrei esserci abituata e invece mi coglie sempre di sorpresa come la sua mole. Passa subito però, lo guardo poi, il più delle volte, con interesse e ammirazione: le sue diverse balconate a poppa, la massa immensa del blu dello scafo, le grafiche delle varie compagnie marittime, le piccole e molteplici finestrelle, il comignolo alto nel cielo, la sua voce tonante e i suoi passeggieri piccoli piccoli. Dopo che l’ho guardato non mi fa più paura, ma la puzza dei suoi scarichi neri mi angoscia, riempiono il porto e il paese circostante, riempiono i polmoni di tutti, siamo fortunati solo quando il vento viene da terra e disperde in alto mare nuvole e striscioni neri, densi e tossici.Nel pomeriggio sono andata in perlustrazione alla ricerca di un accesso al mare al di là del porto, l’ho trovato, dopo aver camminato lungo la scogliera, verso la fine della piccola baia, una scaletta metallica bianca si immergeva in un punto senza scogli nelle vicinanze, perfetta, ma il mare è mosso e non vorrei essere trascinata chissà dove. Senza ripercorrere tutta scogliera vedo una stretta scalinata in pietra che sembra portare più in alto ad una villa. Il fresco dell’ombra mitiga la fatica della salita, la scalinata gira a sinistra e dopo qualche altro gradino, mi ritrovo in una piccola strada, un cartello indica con il disegno di un turista con bastone e zaino, la direzione da prendere per arrivare al porto. Proseguo, memorizzo il percorso, e mi trovo su di una balconata affacciata al mare, chiamo Enrico e Roberta e li coinvolgo nel percorso a ritroso per raggiungere la scogliera. La camminata ci voleva, mi stavo addormentando in barca a causa del dondolio, del libro non interessante e del pranzo arricchito dalla torta. La serata sarà tipica del turista: taverna con cibo greco, suonatori e cantanti. Roberta che è andata a scuola di ballo greca, si esibisce timidamente fra una fila di tavoli e un’altra. Il targhet di età dei commensali è sopra ai 70, tutti felici, noi compresi.