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Senza campo

Nel porto di Patitiri ci siamo stati due notti, la prima per fermarci e riposare, e la seconda dopo aver sbrigato le pratiche per poter ormeggiare una notte sull’isola Kyra Panagia che è un parco marino protetto e necessita quindi di prenotazione a pagamento: per la barca e per  i passeggeri. Prima di raggiungerla, domenica, ci fermeremo una notte in baia sull’isola di Peristeria. Il meltemi, che per due giorni ha rovinato le ferie a molti, ha anche anticipato la sua ultima sfuriata a ieri sera. Così questa mattina si parte. Il vicino di barca greco vuole sapere dove andremo e ci consiglia una baia migliore. Cambio repentino di programma, avvisiamo Andrea che resta in porto per aspettare di fare rifornimento di carburante. Il mare mosso si vede già dal porto prima di uscire, il vento fischia subito dopo. Mare e vento contro. Sono solo cinque miglia ma sono toste, in prossimità dell’isola il mare si calma, la baia in cui ci infiliamo è piccola, come una bella bomboniera ma è già occupata, forse potremmo starci con le cime a terra, ma solo noi. Decidiamo di raggiungere un’altra baia vicinissima a questa dove ci sono già gli amici romani. Gli telefoniamo per capire se c’è posto, e subito dopo chiamiamo Andrea per avvisarlo che la prima baia non va bene, ci troviamo a quella subito dopo dove c’è Patrizia e Giovanni, lui chiede conferma: “quella che avevamo deciso ieri sera?” “Si” rispondo io,  ma gli dico anche di nuovo quella dove ci sono i romani. Conclusione non ci siamo capiti e loro ormeggeranno nella  baia stabilita dalla sera precedente,  con nostro grande dispiacere che li stavamo aspettando con Patrizia e Giovanni in un’ altra baia. Ci assicuriamo che tutto sia andato bene e che siano ben ormeggiati  dopo di ché ci diamo appuntamento per domani, domenica, sull’isola di Kyra Panagia. Dove sappiamo già non ci sarà campo per le previsioni e tutto il resto. Il fiordo in cui siamo ormeggiati all’ancora è ben protetto, ma il vento si sente eccome. L’acqua è chiarissima vicino alla riva, da fare vedere le rocce sottostanti, in contrasto  alcune macchie scure ondeggianti di alghe, il resto è sabbia, quando ci avviciniamo di più a riva col gommone vediamo ancora rocce e sparpagliate in ogni dove  un’infinità di ricci neri. Cambio immediato di direzione, scendiamo col gommone in una zona più  avanti, su del ghiaione, e poi in acqua neanche tanto fredda a riva, come c’è la aspettavamo, più avanti ci sono dei pesci con una striscia nera prima della coda che nuotano intorno a noi, scappano, ma ne arrivano altri. Cerchiamo in questa acqua limpidissima   la catena della nostra ancora, la troviamo, la seguiamo fino all’ancora che è  ben piantata nella sabbia. Siamo tranquilli. Torniamo in barca, Enrico col gommone io a nuoto. Ci voleva proprio una bella nuotata, ho fatto pace col mare mosso di questa mattina.

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