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Pranzo speciale

Me la sono presa comoda a dormire fino a tardi, alle 10,30 siamo partiti senza che avessi fatto niente in barca, e durante il tragitto il panorama era così affascinante che quando siamo arrivati in porto su Felicità era ancora tutto per aria: i letti, la dinette, il bagno e le tazze della colazione. Roberta mi propone di andare con lei per la spesa ma non posso, dove metterei la spesa in questo caos. Mi metto di corsa a sistemare ma sudo moltissimo, i crampi al polpaccio sono in agguato, mi sento uno straccio e il caffè l’ho già bevuto, un bicchiere d’acqua col magnesio mi rimetterà a nuovo. Gli uomini sono già in pista col carburante, Roberta quando rientra mi informa subito che c’è il banco del pesce, esco di corsa, compro: un pesce Pargo, dei gamberi, un bel calamaro e non resisto e compro anche delle alici freschissime. Dal panettiere solo il pane,  anche se la tentazione per tutte le buone cose è grande, al supermercato: frutta e verdura. Rientrando penso a tutto il lavoro nuovo che mi sono procurata, da lontano Andrea sta lavando la barca, che bello abbiamo anche l’acqua. Pulisco subito il pesce ma i gamberi una volta puliti sono pochi, incarico Enrico di prendermene altri mentre andrà al super col carrellino per acquistare tre pacchi di acqua in bottiglia. C’è però da caricare l’acqua nel serbatoio perché Andrea nel frattempo ha finito di lavare la sua barca. Pianto lì i pesci da pulire e carico l’acqua nel serbatoio, scendendo ogni tanto in bagno per controllare il manometro che segna il livello dell’acqua. I pesci sono per metà ancora in giro, Enrico arriva con quelli nuovi e i pacchi di acqua da togliere dal sole. Fra su e giù il serbatoio si riempie ed Enrico lava Felicità. C’è nell’aria un profumino di pesce delizioso, e non lo sento solo io, sarà l’orario, sarà la fame. Ridiscendo a sistemare definitivamente i pesci, anche le acciughe con sale e aceto finiranno in frigo. Quando esco di nuovo una moltitudine di gabbiani è al seguito del pescivendolo che butta in porto una secchiata di scarti di pesce, sono tantissimi e non so come facciano a non urtarsi, d’attorno ne arrivano altri, il loro garrito è assordante. Lì fuori il profumo di pesce arrosto è  sempre più intenso.Quando Andrea ha chiesto l’acqua ai pescatori del grande peschereccio ormeggiato vicino a noi, in un primo tempo gli hanno risposto: “no, non è buona”, poi sono tornati con la canna spiegando che se ci serviva per lavare la brca andava bene. L’ acqua è preziosa, sono molto generosi i pescatori, propongo di ringraziarli con un cambio merce, Andrea va a prendere un pacchetto di caffè dalla sua dispensa e quando la da ai pescatori riceve nelle mani  tre grosse sarde cotte sulla brace, non sono bollenti ma molto cade, rientra esterrefatto. Enrico intanto finisce di lavare la barca e restituisce la canna, anche lui tornerà indietro con tre grosse sarde  nel palmo delle mani. Le gustiamo al volo, così dove siamo, io nel passo avanti sporta sul mare , Enrico e Andrea sul molo, Roberta è dentro Sisila, il sapore supera in bontà il profumo che sentivamo. Scendo in barca e preparo un sacchetto con: banane arance, pesche e dopo averci pensato un po’ sacrifico metà delle nostre ciliege e le aggiungo in un sacchetto a parte, se lo meritano! Quando Enrico gli porge il sacchetto viene invitato a bordo e gli fanno vedere la loro cucina: un barbecue con sopra una lamiera cosparsa di sale, dove appoggiano le sarde, lo esortano a tornare con un piatto che riempiranno con altre sarde e una bella dose di riso in bianco. Pranzo speciale oggi. Sisila molla gli ormeggi e rientra in baia, noi ci attardiamo per farci un caffè, poi lasciamo il molo libero, qui non si può sostare. Questa giornata molto intensa  si concluderà  con un aperitivo su Sisila e lì, in piacevole compagnia mi è venuto  da pensare: “Ma… oggi è lo stesso giorno di questa mattina?

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