Lunedì 8 luglio, quando salpiamo l’ancora alle 6,30, il sole non è ancora spuntato da dietro la collina, è tutto calmo, solo molti gabbiani appollaiati su un grande scoglio che abbiamo a poppa, fanno baccano. Ieri sera la cena con gli amici è andata bene, ho cucinato i naselli e Mari ha portato l’insalata che si è sposata bene, lei avrebbe voluto preparare una torta ma preferiamo rimanere leggeri per andare a letto presto. Loro partiranno domani per la stessa nostra destinazione perché aspettano che il vento aumenti, il loro Amel è una barca a vela molto più veloce della nostra. Noi che abbiamo un motosailer preferiamo partire con poco vento e di conseguenza poche onde, speriamo così di affrontare più agevolmente queste 57 miglia. Abbiamo chiacchierato fino al tramonto, anche se il sole col suo calore, ci ha tormentati fino a ché non è scomparso in mare, sono stati inutili teli, e asciugamani per ripararsi perché ormeggiati all’ancora la barca gira di continuo. Il mare sotto costa è calmo e il vento pochino, issiamo comunque la vela e ci teniamo a tre miglia dalla costa. Ho già fatto di tutto questa mattina in navigazione: ginnastica, pulizia del bagno e i letti, sbucciato le uova sode, mangiato la frutta, ricevuto e inviato messaggi, ho letto il libro e iniziato a scrivere questo pezzo e aimé abbiamo già bevuto anche il secondo caffè e… sono solo le 10. Dalla baia Ammouliani in cui eravamo,fino alla fine della penisola kersonisos Athos ( il terzo dito) è proibito avvicinarsi alla costa, sostare e sbarcare. È proprietà privata dei frati e non ci vogliono. Solo per questo motivo mi sono già antipatici, figuriamoci dopo che ho saputo che è proibito l’accesso alle donne sulla loro proprietà. La scrittrice Oriana Fallaci c’è stata ma travestita da uomo. I barconi dei turisti, invece, che pagano possono avvicinarsi e fotografare. Solo i maschi dopo una lunga procedura e attesa, possono visitare i vari monasteri e se lo desiderano anche soggiornarvi, pagando s’intende. Ed è solo da pochi anni che i frati accettano sul loro territorio animali femmine. Pazzesco! Monte Atos è imponente, e impressionante, ricoperto in buona parte di un verde muschio, inframezzato da rocce spioventi. Mantenendo le tre miglia di distanza e in controluce i molti monasteri appaiono offuscati. Siamo quasi alla fine della penisola, al capo, come sapevamo il mare si è ingrossato e anche il vento aumenta, la vela stabilizza l’andatura ma balliamo lo stesso, procedendo a est verso l’isola di Limnos abbiamo il vento favorevole, ma le onde no. Siamo riuscì a mangiare in qualche modo solo alle 14. Che le onde calino è una pia illusione. Siamo ora in mezzo al mare, dietro di noi, a poppa, la sagoma del Monte Athos non è più nitida, i colori sono spariti e appare di un grigio uniforme che si confonde col grigio del cielo che l’avvolge, sta diventando sempre più evanescente. Ha perso la sua possanza. Davanti a noi, a prua, l’isola di Limnos come una promessa. Lunga, bassa, senza pretese, anche lei non ancora ben delineata, la sua parte più bassa si confonde col mare. Alle 18, solo a quattro miglia dal porto di Limnos il mare si quieterà . Riguardo a poppa, Il Monte Athos è un fantasma.