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La sveglia

Così forte, era un po’ che non lo sentivamo, forse dall’anno scorso nelle Cicladi, è un meltemi furioso con una voce grossa che si impenna durante le raffiche che fanno fischiare le sartie, fanno sbattere le cime sugli alberi delle barche e i parabordi si strizzano tra una barca e l’altra. Non si sente altro che l’ululare del meltemi che fa volare di tutto.  In baia, davanti a noi ci sono le ochette e la decina di barche che ci sono ormeggiate hanno tutte la prua al vento con la catena dell’ancora bella tesa. La situazione a terra non è migliore, i cassonetti dell’immondizia sono caduti, la dipendente comunale che sostituisce i sacchetti pieni dei vari cestini con quelli vuoti ha il suo da fare per non farli  volare,  le cime delle palme sono in gran movimento e in giro c’è poca gente. È così da ieri, e oggi è anche peggio. In porto non dovremmo avere problemi ma si dorme sempre con un occhio solo. Otto del mattino del quindici di agosto. I militari, a suon di tamburo sfilano davanti al porto, sono in tuta mimetica, in testa, il loro capo li dirige con la bacchetta. Si fermano proprio davanti la nostra barca davanti al Comune. Usciamo in pozzetto di corsa, così come siamo, assonnati e in pigiama. Il tamburo ci ha svegliato ma in realtà è una piccola banda con due trombe, sassofono e pochi altri strumenti a fiato. Il grosso del gruppo ora canta, non sono le solite canzoni greche e non sembrano nemmeno inni religiosi, sono marcette festose ma il forte vento che soffia da nord dai Balcani  la fa sempre da padrone. Ai primi colpi di tamburo ci siamo spaventati ed Enrico nel dormiveglia ha scambiato il rumore del tamburo per una cima che battesse forte sullo scafo, mai tranquilli in barca. Non siamo i soli ad essere schizzati fuori in pozzetto, Patrizia e Giovanni sottolineano che sono le otto del mattino, il nostro vicino greco, sull’altro lato della nostra barca ci informa che è la festa della Madonna. Non vediamo comunque nessun Pope. Quest’isola di Limnos è fortemente militarizzata. Già durante le nostre escursioni a piedi avevamo localizzato una base militare, qui intorno c’è anche un aeroporto militare da cui partono dei jet che sfrecciano nei cieli, sono gli unici a coprire il rumore del meltemi, sono sempre in coppia e quando ti passano sopra la testa, col loro rombare,  fanno paura. Le mura del castello che un tempo erano la difesa dell’isola ora sono solo un’attrazione turistica. La tecnologia le ha sostituite ma il loro fascino resta uguale quando al mattino il sole le illumina per prime. Nonostante il meltemi, nonostante i jet. Con la sveglia dei militari, così presto, per noi dormiglioni,  anche oggi abbiamo potuto ammirarle di nuovo.

2 pensieri su “La sveglia

  1. katia bandini

    Lella è bun vero piacere leggerti…i tuoi racconti sono un fresco acquerello sulla vita di bordo.

  2. lellamascia

    Graze Katya per la costanza nel leggermi. La vita di bordo è piena di sorprese che quotidianamente mi piace raccontare.

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