Ci abbiamo messo più del previsto per arrivare in porto, la corrente contraria ci ha fatto perdere un’ora su 20 miglia, dai 5 nodi siamo passati a 4. Le onde sono aumentate forse per effetto delle correnti e il vento è sparito, quando ammainiamo la vela siamo in vista del porto e finalmente alle due siamo ormeggiati all’inglese nella parte esterna del molo dove passano i traghetti che qui non sono frequenti. Si balla già molto senza che ci sia mare. Siamo stanchi ma ci portiamo lo stesso in spiaggia per un bagno che, lo so, ci rimetterà in sesto. Enrico nuotando raggiunge un altro molo per capire se c’è abbastanza fondo per un eventuale nuovo ormeggio. “Adesso no! Però! Prima mangiamo”. Rientriamo in barca, già da lontano vediamo l’albero che va da destra a sinistra con una velocità assurda. Alle 15,30, senza neanche bere un caffè rifacciamo l’ormeggio, va tutto liscio. Dove siamo ora, sull’altro lato del porticciolo dei pescatori si sta bene, non c’è risacca e un venticello fresco entra dal passo d’uomo per uscire dal tambuccio, rinfrescando tutto l’abitacolo, il caffè ce lo gustiamo proprio. Impieghiamo il resto del pomeriggio a riposarci. Le 19 arrivano presto, preparo un sughetto coi pomodori freschi e basilico, e prima di farlo bruciare, spengo e organizzo il materassino con asciugamano e cuscino per fare un po’ di ginnastica in pozzetto dove c’è già ombra. Non ho messo un piede sul molo (salvo per arrivare alla spiaggia), la visita all’ isola è rimandata a domani. C’è una luna fantastica questa sera, c’è la siamo vista spuntare all’ improvviso da dietro una collinetta , a poppa di Felicità, dove nel pozzetto prendevamo un po’ fresco: grande, luminosa, vicinissima, sembrava avesse gli occhietti, l’ho fotografata ma il lampione acceso sul molo sembrava più luminoso di lei. Alle 22 eravamo già a letto, un sonno profondo ha rapito entrambi. A mezzanotte è arrivato il traghetto con tanto di tromba, catena dell’ancora, e dall’auto parlante la voce del capitano impartiva ordini, quando è ripartita non c’è ne siamo accorti, ci siamo subito riaddormentati. C’è una linea precisa, questa mattina, che fa da confine fra le acque del porto che sono immobili e azzurre e quelle del mare aperto un po’ increspate e di un blù intenso, una linea che racchiude il porto al suo ingresso: dal faro rosso a quello verde, poi, più tardi il vento spingerà via questa linea immaginaria scompigliando anche le calme acque del porto, e sulla sue superficie si disegnerà una rete cristallina. Intorno a noi la spiaggia è deserta, dal porticciolo sono usciti dei pescherecci, ma non li abbiamo sentiti, non circolano macchine, c’è ne sono solo tre parcheggiate, il silenzio è palpabile salvo qualche pesce che salta fuori dall’acqua, sembra prestissimo invece sono già le 11, sarà bene pensare al pranzo e poi… bagno, meglio approfittare perché le nuvole in cielo non promettono niente di buono, del resto era previsto, aspetteremo qui qualche giorno che le nuvole perdano il loro carico.