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Mari e monti

Lunedì 23 settembre 2024. È questo il giorno assegnatoci dall’ Anek per rientrare in Italia. I biglietti erano prenotati già da febbraio con un rientro previsto all’11 ottobre. 

In questi ultimi giorni in cantiere abbiamo avuto anche modo di annoiarci dal moento che con la barca abbiamo finito i lavori, una gita in macchina a Lutra per vedere le terme l’abbiamo fatta. Se il tempo fosse stato bello e non avessimo avuto  ancora gli strascichi della tosse avremmo potuto fare anche i bagni, proprio davanti al cantiere c’è  la spiaggia attrezzata con sdraio, ombrelloni, doccia e cabina per cambiarsi, ma le nuvole e il vento sono stati una costante che ci raggiungevano, anche l’appartamento era oscurato e i  sibili delle sartie degli alberi delle barche poco distanti da noi, mi agitavano come quando eravamo  attraccati in porto. Oramai siamo più interessati a sapere che tempo farà quando arriveremo al nostro piccolo borgo, perché ci sarà da scaricare la macchina che è strapiena. È comunque una realtà che da oggi, qui in Grecia le condizioni meteo siano cambiate: il sole splende, vento e perturbazioni sono sparite e si preannuncia di nuovo il bel tempo. Le previsioni del tempo possono  sembra una banalità ma per noi sono state fondamentali e solo rientrando a casa le dimenticheremo un po’ per volta, come un po’ per volta diremo ancora: ormeggiare la macchina anziché parcheggiare. E anche in casa, per un po’ staremo attentissimi nel consumo di acqua. Abitudine che dovremmo mantenere, ma sarà   difficile fra qualche giorno  fare docce velocissime o lavarsi i denti con un solo bicchiere di acqua. Lo so! Dovremmo continuare così, c’è lo ripromettiamo sempre ma poi… ci si attarda sotto la doccia e tutto il resto va di seguito. Questa mattina alle 9 siamo usciti dall’appartamento, abbiamo salutato la Signora e da quel momento in poi ho preso nota dei tempi di percorrenza da Limni a Chalkida, Atene, Corinto, Patrasso. Fermate per acquistare frutta, fermate per caffè e carburante, fermata per pranzare e finalmente alle 15, 30 siamo in porto a Patrasso per il check-in. Partenza prevista ore 17,30, sembra impossibile ma probabilmente partiremo in orario, quasi un evento eccezionale. Più volte abbiamo fatto il tragitto da Chalkida a Limni e viceversa, su e giù per la montagna,  inerpicandoci su tornanti,  scendendo poi  in piccole pianure. Un percorso durato un’ora che questa volta mi sono goduta a pieno: un paesaggio alpino con tanto di alti bastoni neri anellati di rosso per segnare i bordi della strada in caso di neve. Profumo di resina molto intenso anche perché su molti tronchi la corteccia è stata incisa e sotto un sacchetto ne raccoglie la resina. Incontriamo ai bordi della strada mucche e poi capre. La strada scorre nel fitto del bosco a volte molto stretta per poi allargarsi verso la pianura. Ci sono zone che mi lasciano interdetta e avvilita per lo sfacelo che ha lasciato uno dei tanti incendi che hanno colpito l’anno scorso anche questa zona della Grecia. L’Eubea brucia! Si diceva l’anno scorso, noi lo vedevamo da lontano, il fuoco nel buio della notte, il sole in pieno giorno oscurato dal fumo, la cenere che ricadeva lontana, anche in barca da noi. Ma il bosco bruciato non lo avevamo  mai visto, terribile, un senso di morte, alcuni tronchi ancora in piedi, neri e  privi di rami, altri spaccati in malo modo come strappati, altri ancora sempre neri e già  accatastati, ad ogni slargo, sui pianori, cataste e cataste di tronchi in parte già bruciati. Uno spettacolo molto triste, ma già sul terreno qualcosa cresce, in altri punti si vede la mano dell’uomo che ha ripiantumato. È solo una zona bruciata, ma ha lasciato il segno. Più giù, verso il mare il terreno cambia e ampie coltivazioni di olive ci accompagnano al mare.

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