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Sabato 17 Giugno 2023 baia di Parokia
La pioggia prevista per oggi è al momento un pallido sole, il vento è sempre fresco e il poco movimento del mare è comunque influenzato dell’attività che lo vede campo di gara. Hanno piazzato qui in baia delle grandi boe arancioni per indicare il percorso di gara, non sono barche a vela, sono nuotatori e nuotatrici, alcuni con la muta, altri con un palloncino sul dorso. Il gruppone passa veloce davanti a Felicità a testa immersa e braccia tese, poi arrivano i più lenti e i canotti che li seguono recuperano in giro quelli che stanno nuotando fuori percorso. C’è un gran fermento questa mattina nella baia di Paroikia, è come quando per strada passano i ciclisti, i primi, i più bravi solitari, poi il gruppone seguiti a distanza dai più lenti, poi le macchine e in questo caso seguono i gommoni. Al passare dei nuotatori e delle nuotatrici le barche strombazzano e gli equipaggi curiosi come noi, sono tutti fuori nel pozzetto a guardare. Quando la gara termina alcuni nuotatori ritardatari sono affiancati dai gommoni che a noi sembra vogliano spingerli. Altri gommoni stipati di gente, si muovono dalle loro barche verso terra e i motoscafi continuano a sfrecciare tra di loro. Dalla spiaggia si aggiunge la voce degli altoparlanti e la musica ritmata. Penso che ci vorrebbe un po’ più di ordine in questo caos. E i traghetti ci provano: col loro segnale acustico lungo e perentorio chiedono acqua, e non ammettono discussioni.

Kalispera.

 

Giovedì 15 Giugno 2023 fra l’isola di Siros e l’isola di Paros
Sono previsti venti da sud e pioggia per domenica, pensiamo sia meglio portarsi su Paros, dove se il porto fosse pieno, troveremo senz’altro posto in baia che è ben protetta. Per togliere gli ormeggi e salpare l’ ancora dovremo aspettare che lo faccia prima di noi la barca che ci si è affiancata nel pomeriggio, quando non c’eravamo. Ci informano che purtroppo durante il loro ormeggio hanno incrociato la loro ancora con la nostra, ipomoni, pazienza . Ci muoviamo di conseguenza un poco più tardi del previsto, ma questo non inciderà sul nostro programma. Appena fuori dal porto il poco vento è sufficiente a far gonfiare il genova, il mare è calmo ma le nuvole sono sempre in agguato, col sole che va e che viene fa freschino. Un paio di enormi catamarani prendono il largo e durante la navigazione vediamo solo poche barche a vela. Un porta container attraversa la nostra rotta e molto velocemente, come è comparso, altrettanto velocemente scompare col suo alto carico. Il mare cambia di umore e s’inalbera un po’, il vento si affievolisce e noi andiamo di motore. Dopo 6 ore di navigazione nei pressi dell’isola di Paros nel porto di Parikia si avvicendano traghetti che entrano ed escono, il mare è sempre più agitato e il vento non scherza. Facciamo un giro di perlustrazione nel porto, il posto c’è e ci sembra che si debbano prendere le drappe in banchina, per cui non buttiamo l’ ancora, ma una volta fissati gli ormeggi di poppa, non vediamo nessuna drappa da prendere, la prua comincia ad agitarsi a destra di una barca e a sinistra dell’altra. Via gli ormeggi, marcia avanti, e mentre pensavamo di buttare l’ancora, finalmente arriva l’omino del porto e ci informa che non avendo prenotato, non possiamo ormeggiare, “ipomoni un accidente, prenotiamo adesso?” “Non si può, se entro le 18 non arriva nessuno posso farla attraccare per la notte, ma domani mattina deve andare via perché il porto è al completo per tre giorni”. Risposta: “Molla gli ormeggi Lella, andiamo in baia”. Fuori dal porto c’è sempre più vento, in baia una moltitudine di barche sono già ormeggiate, troviamo un buon posticino anche per noi, poi però, arriva una barca che si piazza davanti a noi, con poca catena sull’ancora. Enrico teme possa mollargli l’ormeggio e venirci contro, così, con mare mosso, vento forte, salpiamo la nostra ancora rischiando di speronare la suddetta barca: suoni di trombe, urla, schiamazzi, gran sbracciamenti, e con una virata e sgasata di motore prendiamo il largo e ci posizioniamo in un altro punto con la speranza che nessuno ci si piazzi davanti, soprattutto con poca catena. Per il capitano è stato tutto normale, sarà! io però me la sono vista brutta e mi ritrovo con la bocca e lingua secche. Il tempo è proprio butto ma ora ben ormeggiati siamo più tranquilli. Però… notiamo alla nostra sinistra tre bottiglie di plastica legate assieme a poca distanza da quello che sembra un gavitello. La tentazione di agganciarcisi, oltre ai nostri 50 metri di catena è forte, Enrico prova ad agganciarlo con il mezzo marinaio quando il vento gli porta la barca quasi vicino, ma niente, mancano sempre pochi centimetri. Così sul canotto legato alla barca con una lunga cima e un solo remo si spinge verso il gavitello, e mentre ci si aggancia, il vento forte e i sobbalzi del mare fanno volare via il remo. Per recuperarlo Enrico molla la cima con cui era fissato alla barca, si sdraia a pancia in giù a prua del canotto e velocemente pagaia con entrambe le mani e lo recupera. Nel frattempo però, canotto, remo ed Enrico sono stati trascinati via dal vento e dalle onde, solo l’intervento immediato di un motoscafo nelle vicinanze, mi riporterà in barca capitano e canotto. Vorrei stare un po’ tranquilla, magari solo per mezzora, ma in barca è sempre così. Riguardando le previsioni costatiamo che per una settimana sarà bene non muoversi da questa baia che nonostante tutto e ben protetta. In cambusa scarseggia il pane e la frutta, domani è sicuro che pioverà, per cui scendiamo a terra col canotto e rientreremo con una spesa esagerata, compreso un polletto arrosto per questa sera. Sono le 19, è uscito un bel sole che non vedevamo da un po’, ne approfitto per una doccia spartana sulla spiaggetta di Felicità. Il motore oggi ha girato per cui la mia doccia sarà calda.

Kalispera.

 

Mercoledì 14 Giugno 2023 Ermopoli
Siamo impazienti di fare il giro dell’isola di Siros, così alle 9 di questa mattina ci presentiamo al noleggio moto che… troviamo ancora chiuso, “ipomoni”, pazienza. La panetteria – pasticceria invece è apertissima e profumatissima, resistiamo, aspettando la responsabile delle moto a cui abbiamo telefonato. Intorno a noi ferve già un gran movimento: gli operai in strada interrompono i lavori per farci passare, i muratori intenti a finire un nuovo locale si passano il materiale, un giardiniere annaffia ascoltando musica a tutto volume. Ora anche noi stiamo sfrecciando in strada col nostro 125, facciamo parte del panorama, ci sono anche gli agricoltori che nel campo stanno dissotterrando e raccogliendo in cassette le patate. Vediamo gli oleandri, prevalentemente rosa che costeggiano la strada e spuntano dopo una curva, in lunghi filari. Noi siamo una moto in movimento, con due caschi bianchi, con occhiali da sole dietro la visiera e zainetto in spalla: saliamo, scendiamo, curviamo a destra e curviamo a sinistra. Scorrono affianco a noi muretti a secco con pietre grigie e rossicce, scorci di prati con erba secca, squarci di scavi, selve di pali della luce anni 50, e ancora: palme, araucarie che ombreggiano ville, casolari diroccati semi sommersi da piante rampicanti piene di campanule colorate. Sull’ultima curva, dall’alto, nonostante la vista del mare, nonostante la sorpresa di essere già arrivati non posso fare a meno di costatare la bruttezza del porto commerciale soverchiato da una decina di enormi gru nere, e anche altre più piccole. Le strade sono molto trafficate, la gente in giro è molta, i rumori della città ci colpiscono, la puzza anche. Ermopoli la capitale delle Cicladi non ci ha fatto una bella impressione. Poi però, dopo aver parcheggiato la moto vediamo l’ampia piazza Miaouli, con palme, fiori e arredo urbano ben curato, bei palazzi neoclassici, bei negozi, insomma ci siamo ricreduti e abbiamo approfittato di uno dei tanti bar ben ombreggiati qui nella piazza del municipio. Poco distante, salendo un’ampia gradinata abbiamo visitato il piccolo Museo Archeologico di Siros: poche stanze ma con oggetti veramente notevoli. Riprendiamo la moto e su fino alla chiesa bizantina situata sul cucuzzolo della città vecchia che si estende a piramide sulla collina dove si è sviluppata tantissimo tempo fa. Per raggiungere a piedi la cattedrale di S. Giorgio percorriamo ancora in salita un piccolo vicolo ben lastricato. Al suo interno, sull’altare maggiore, spicca un quadro con S. Giorgio guerriero, e più defilato ai lati un S. Antonio ben riconoscibile dal saio e dal giglio immacolato. All’esterno, da questa posizione privilegiata, la vista spazia: altre chiese ortodosse con cupole blu, colline che sembrano ricamate da un’infinità di muretti a secco, strade, mai in linea retta che le attraversano come serpentoni e il colore ocre della terra contrasta col blu del mare sullo sfondo, un mare agitato, un mare con le ochette belle gonfie… il meltemi soffia, qui in alto ancora di più. Uno sguardo alla cartina per decidere il nuovo percorso, mancherebbe da visitare il museo Industriale, lo raggiungiamo nei pressi del porto vecchio ma sulla porta c’è scritto closed, e fin lì lo capisco anch’io che è chiuso, ma c’è anche scritto aperto dalle 10 alle 16 poi, in piccolo e in inglese: mercoledì chiuso, ipomoni.
Le spiagge di Siros sono tante, sono belle, alcune più affollate e ben servite come quella di Vari, altre più raccolte e semi selvagge come Megas Gialos o Ambela e Lagonia, sempre situate in golfi protetti, sempre con acque strepitose. Le abbiamo viste tutte, prima sulla cartina e poi dal vero, ma da sopra, seduti sulle panchine all’ombra, perché stanchi, dopo averne raggiunte altre, a piedi seguendo sentieri polverosi che ci hanno fatto scoprire ville affacciate al mare di progettazione moderna, ben equilibrate nel contrasto di materiali e molta attenzione allo spazio verde che dove non c’era è stato progettando in vasche. Il giro per l’isola di Siros può dirsi terminato, siamo stanchi ma soddisfatti, una volta scesi dalla moto tentiamo molto spontaneamente di baciarci ma… i caschi cozzano fra di loro. Riconsegnamo il 125. Il profumo della panetteria – pasticceria è sempre lì, questa volta non resistiamo.

Kalispera.

 

Martedi 13 Giugno 2023 Foinikas
Ieri Enrico ha comprato una “sipura” un’orata, in italiano, l’ha comprata dal pescatore, sul molo dei pescherecci, qui nel porto di Foinikas. La cittadina offre anche un supermercato e una lunga passeggiata panoramica affacciata sul golfo, più che una passeggiata è una strada asfaltata che seguendo la collina, sale e svolta a sinistra su di un altro golfo. Dall’alto vediamo rocce a strapiombo e scogli semi sommersi da un mare cristallino. Riscendiamo e una super panetteria – pasticceria ci ipnotizza, resistiamo e proseguiamo verso il noleggio moto dove prenotiamo un 125 c.c. Domani andremo nella capitale delle Cicladi e vedremo cosa offre di bello quest’isola di Siros. La barca non la muoviamo, domani faremo i turisti di terra. E la sipura? La sipura era buonissima, il pozzetto di Felicità è sempre il miglior ristorante.

Mercoledi 14 Giugno 2023
Cambio di programma, non andiamo da nessuna parte, abbiamo disdetto il 125 c.c. e dopo aver fatto la spesa e un giro sul pontile dei pescatori, senza trovare nemmeno un pesce, torniamo in porto, sulla barca. La pompa di sentina fa i capricci ed Enrico passerà il resto della mattinata immerso nel vano motore per sistemarla, io invece più comodamente dalla cabina resterò a sua disposizione davanti al quadro comandi per accendere o spegnere la pompa di sentina. Non proprio un lavoro di concetto, ma sono stata utile. La pompa funziona, alle 13,30 finalmente mangiamo.

Kali òrexi.

 

Lunedì 12 Giugno 2023 verso l’isola di Siros
É solo allontanandosi dall’isola di Kea che si coglie a pieno la sua morfologia, confermandone la sua natura tondeggiante, così diversa dalle altre isole. Ed è sempre prendendo il largo che la prospettiva cambia facendoci scoprire la Cora, che dal porto non si vedeva. Il punto di vista cambia e vediamo ora quello che prima non c’era: lassù, incastonato fra le colline, un piccolo intarsio di casette bianche che si allargano morbide nel verde.

La navigazione è accompagnata oggi da un meltemi lieve che riusciamo a sfruttare con randa e fiocco, il mare invece è a tratti irrequieto e a noi sfavorevole, frangendo le sue onde sulla murata di sinistra. Il pranzo a bordo è frugale: una “spanacopita” focaccia con spinaci e feta e un ricco caffè immancabile. Quando, dopo 8 ore di navigazione siamo a poche miglia dall’isola di Siros le barche a vela che vedevamo prima in lontananza, dietro di noi, ora si avvicinano sfruttando le vele “Johnson”, in pratica vanno a motore per accaparrarsi per primi i posti liberi in porto. Il nostro ormeggio sarà vicino alle rocce ma sicuro, e dopo aver teso la catena per controllare che l’ancora abbia tenuto, dopo aver sistemato le cime di ormeggio, dopo aver spento finalmente il motore e coperto gli strumenti, pulito la barca, fatto la doccia e mangiato una mela, l’ormeggiatore fa spostare alcune barche affianco a noi e… di conseguenza dobbiamo rifare l’ormeggio. Evito la descrizione del nuovo ormeggio. La passeggiata a terra ci svela un porto ampio e variegato, con anche un pontile riservato ai pescatori, il golfo offre ormeggio all’ancora a molte barche e anche spiagge attrezzate ma non affollate, e soprattutto acqua limpida e cristallina. Ci sembra un buon posto per fermarci qualche giorno.

Kalispera.

 

Sabato 10 Giugno 2023
La meteo quest’anno è decisamente imprevedibile, persino il sito, il meteo.it ha difficoltà a stargli dietro, forse ci vorrebbe di nuovo il Colonnello Bernacca. Dal sole splendido di questa mattina siamo passati ad un cielo biancastro sporcato di nubi a pecorelle, il meltemi resta piacevolmente leggero e fresco. Lo stesso fresco che abbiamo trovato ieri sera, su alla Cora. Siamo arrivati verso le 19 e prima di addentrarci nella città vecchia, siamo rimasti stupiti dal panorama: un numero infinito di colline e collinette tondeggianti che si accavallano o lasciano tra di loro spazi per piccole vallette in parte coltivate ad ulivo. La pioggia, scesa abbondante anche qui ha lasciato una gamma infinita di verdi lussureggianti. All’orizzonte una striscia di mare azzurro e dietro di lui l’isola Eubea e la costa greca. Quando il sole calerà, strisce di rosso strieranno il cielo e sull’isola Eubea le lucine rosse delle pale eoliche la punteggeranno completamente. Un rosso naturale e un altro artificiale, emozionante il primo, inquietante il secondo.
La Cora è un gioiellino, tutto dipinto di fresco, tutto colorato da cuscini e mercanzie, tutto invitante e vacanziero, nelle strettissime vie le voci dei turisti si sovrappongono, si inseguono, si bloccano per osservare dai vari scorci un panorama sempre diverso a seconda da dove lo osservi. Sono voci francesi, italiane, tedesche, svedesi, spagnole, greche, sono voci stupite, rapite da questa piccola Cora traboccante di fascino e Storia. Seguendo le indicazioni, e uscendo dalla Cora camminiamo per un chilometro e mezzo su di una strada lastricata di grosse pietre, e l’ ultimo tratto per raggiungere il Leone è sterrato, dal cancelletto in poi si comincia a scendere a zig zag su dei grossi gradini, e se non ci sono gradini ci si deve arrangiare, insomma un vero attentato per i turisti. Finalmente lo vediamo il Leone e… ne valeva la pena: un pezzo unico di granito, scolpito nel 600 a.C. Il sorriso è enigmatico e lo definiscono La Gioconda della scultura greca antica. Mentre tutti lo fotografano, Lui rimane lì adagiato, immobile, come un vero attore, attorniato dai suoi fan.

Kalispera.

 

Venerdì 9 Giugno 2023 Isola di Kea
Korrisia è il nome della piccola località dove ieri abbiamo trovato un ormeggio sicuro nel porto comunale. Entrando nella baia, subito a destra dopo il molo per l’ormeggio dei traghetti, ci sono già ormeggiati prevalentemente dei catamarani enormi a due piani con equipaggi di varie nazionalità, dai cinque ai sei omaccioni per barca, il nostro motor sailer di 9 metri e 70 sembra un nanerottolo al loro confronto, insomma non c’ è pericolo di non riconoscerlo. Camminando nel paese, parallela alla via principale che fiancheggia il porto c’è una viuzza lastricata di pietre contornate di calce bianca con gradoni a salire, le case che si fronteggiano non sono particolarmente curate, ma c’è senza dubbio, sul fondo della via qualcuno o qualcuna con il pollice verde, i vasi stracolmi di fiori variopinti sono ovunque: sui gradini, all’ingresso di casa, inchiodati sui muri, affacciati sul balcone e ultimo, ma certamente il primo per grandezza, una enorme bouganville nella parte alta della viuzza, color violetto che si estende e si rimpicciolisce a grappoli con armonica eleganza, quasi una quinta di scena a racchiudere uno spettacolo naturale. Ci ritornerò per fotografarla con la luce giusta, ma è una di quelle immagini che non hanno bisogno di foto per essere ricordate. Continuiamo la salita verso la chiesa ortodossa, da lì il panorama è più ampio, abbraccia il porto, poi la spiaggia e sulla destra la collina con piccole casette, per concludere la panoramica tornando al mare aperto. C’è ancora una scaletta che sale e non si capisce dove debba finire. Lì in cima scopriamo un cimitero, non piccolo e quadrato, ma tre terrazzamenti lungo il costone della collinetta, proprio di fronte al mare per tutta la lunghezza. Può essere bello un cimitero? Si! A noi è parso bellissimo, di ampio respiro, un respiro eterno affacciato sul mare.
Più tardi, con una macchina a noleggio e con amici romani, ritrovati qui in porto, andremo a visitare la vecchia Cora ed altre curiosità di Korrisia.

Kalispera.

 

Giovedì 8 Giugno 2023 Isola di Kea
Ieri sera siamo andati a letto presto, stanchi e po’ indolenziti dagli “sbattoni” della navigazione poco agevole. L’acqua che sballonzola o sbatte proprio nei due serbatoi di acqua che sono sotto i letti ci hanno fatto da ninna nanna per un po’, e poi da sveglia notturna con accompagnamento di ticchettio di pioggia che quest’anno pare non abbandonarci mai. Sveglia naturale alle 7. Il sole splende, il vento è sempre presente ma salpiamo l’ancora senza problemi. La ventina di barche ormeggiate in baia sonnecchiano ancora quando prendiamo il largo seguendo sempre la rotta verso Est. Fuori c’è più mare che vento e oltre al motore, issiamo anche il fiocco. Poi… preferirei stendere un velo pietoso su queste 5 ore di navigazione con vento di prua e mare super agitato. Il porto dell’isola di Kea ci ha accolti che eravamo sfiniti. Più tardi scenderemo a terra per vedere l’isola, per il momento ci riposiamo.

Kalispera.

 

Mercoledì 7 Giugno 2023 Methana.
Dopo un mese di permanenza nel porto di Methana, a causa del mal tempo, freddo, vento e anche grandine, questa mattina finalmente abbiamo mollato gli ormeggi. Nel pomeriggio precedente avevamo organizzato tutto l’organizzabile e la sera, dopo cena, abbiamo salutato gli amici. Oggi alle 8 del mattino il porto è silenzioso ma appena la prua di Felicità si dirige verso l’uscita sentiamo suonare la tromba di una barca, e poi ancora una e un’altra, non c’è lo aspettavamo un ulteriore saluto da parte degli amici, siamo rimasti favorevolmente sorpresi e anche noi abbiamo risposto strombazzando allegramente. Poi un po’ di avanti e in dietro da poppa a prua per recuperare i parabordi, per raccogliere e fissare le cime di ormeggio, issare e cazzare il fiocco. Il sole splende, il vento non manca ma fa freddo, così comincio a mettermi i pantaloni lunghi, il foulard, il pile ecc…ecc… Enrico invece, solo il gilet, dice: “Per prudenza”, ma poi quando il sole sparirà indosserà anche lui i pantaloni lunghi. Il cielo è grigio, striature di nuvole bianche lo opacizzano, il mare che oramai è pieno di ochette è di un blu cupo quasi metallico. Le onde le abbiamo al traverso e si infrangono sullo scafo, balliamo un po’ ma la vela è piena e ci porta dritti a Est. Il mare che prima era mosso ora è oleoso, con onde lunghe che salgono e scendono. Continua a fare freschino e ci rivolgiamo alla cambusa per scaldarci anche con un ricco caffè che ci attende bollente nel thermos. Il vento aumenta, la sua direzione cambia, le raffiche arrivano a 25 nodi, non molto ma decisamente fastidiose. Basta vela. Anche il mare è tornato agitato, poco dopo ridossiamo in vista della baia di Capo Sugno, come previsto tutto cambia di nuovo: mare piatto e il vento, una volta buttatal’ ancora sotto il tempio di Poseidone, con 40 metri di catena, non è più un problema. Questa sera in barca spaghetti al pomodoro.

“Kali òrexi” buon appetito.

 

Maggio 2023 Grecia.

Anche quest’anno Grecia. É strano questo paese europeo, così vicino a noi sulla cartina geografica e così lontano nel tempo. I suoi territori costieri: vergini, selvaggi, a volte aridi e brulli altre volte lussureggianti e zeppi di fiori che da noi non si vedono più: papaveri di un rosso acceso, esagerato, quasi artificiale, e grandi campanule gialle che sembrano uscite dal nostro più sofisticato fiorista. Fiorellini rosa e grappoli di blu che sbucano dove meno te li aspetti. In questa stagione gli arbusti verdi contrastano con una distesa di erbe secche che scricchiolano al solo sfiorarle. Se gli occhi cercano, in questi luoghi strani, anche alle orecchie giungono ragli di asini o belati di pecore. La terra vicina è quasi sempre poco abitata e profumata, non mancano mai, lontane, preghiere diffuse dal pope attraverso gli altoparlanti: è una nenia strana, ipnotica, rassicurante, come sono rassicuranti gli innumerevoli approdi, baie, golfi, fiordi e insenature varie che ci permettono di ormeggiare e dormire tranquillamente. Ci si sente ben accolti sia dalla popolazione che dalla natura. É forse diventata per noi una stranezza l’accoglienza? Certo, come turisti queste stranezze sono più che gradite e sentiamo la loro cordiale naturalezza. L’ostacolo maggiore per noi è la lingua greca, molto difficile, ci sentiamo un po’ spaesati in un paese dove l’acqua, per sua natura, pura e cristallina, si chiama “nerò”, oppure dire si è quasi contraddittorio oltre che strano visto che si dice “né”.
La Grecia è un paese dove i gatti sono numerosi e magri, ma pochissime volte li ho sentiti litigare fra di loro e ancora più strano non li ho mai visti litigare con i cani che vicino ai tavoli dei ristoranti aspettano pazienti un boccone anche per loro. La calma che si respira in Grecia fa bene allo spirito e anche al corpo. La calma è la cifra che si respira in giro dove nessuno litiga o alza la voce, dove nessuno strombazza in macchina per chiedere strada. Stranezze a cui non siamo più abituati. Certo, la Grecia è certamente anche altro, oltre alla sua Storia, i templi, la sua cucina, gli artigiani, i balli e le canzoni, ma non è di questo che volevo parlare. E forse non è poi tanto strano che dopo aver imparato le prime parole in greco qualche anno fa, quelle che più ora ricordo facilmente siano

“sigà sigà” piano piano e un’altra appena imparata da un’amica: “ipomoni” pazienza.

 IL TACCUINO

Di pazienza in barca ne occorre molta, a partire dagli spazi che sono veramente esigui e coinvolgono tutte le attività quotidiane, pochi abiti, poche scarpe, pochi tegami, forse qualche asciugamano in più, ma in linea di massima, a parte l’essenziale, in barca è tutto molto misurato, comprese le dimensioni del diario di bordo: un taccuino a quadretti di 10 cm x 15, sul quale non è necessario scrivere un romanzo, anzi, le notizie trascritte devono essere poche, precise, e ordinate, riguardanti le varie rotte prescelte, la meteorologia in corso e quella prevista e pochi altri dettagli che si vogliano registrare sempre riguardanti la navigazione, l’imbarcazione e gli approdi nei porti o il nome delle baie dove si cala l’ancora. Di fronte a quei 10 cm x 15, quest’anno mi sono ritrovata spiazzata e perplessa. Non eravamo ancora salpati e le stranezze osservate a terra le vedevo sfumare nella quotidianità delle giornate fermi in porto prima di salpare. Perché limitarmi? Perché comprimere, ridurre, o addirittura trascurare tutto il vissuto prima della navigazione? Perché, poi, di porto in porto, sorvolare su nuovi incontri, su panorami, musei, natura, profumi che ci riservano sempre nuove sorprese, come l’avvistamento di delfini al largo, o di tartarughe e foche addirittura nei porti. Ho lasciato il taccuino, e sull’ampia pagina bianca del PC ho cominciato a scrivere: puntualmente, con cadenza giornaliera, poi rileggevo, correggevo, controllavo l’esattezza dei nomi in greco e a quel punto anche la scelta di pubblicare gli articoli sul mio blog è venuta naturale. Molti mi seguivano già, altri si sono aggiunti, un appuntamento quotidiano che è terminato alla fine delle vacanze, con qualche strascico, con qualche aggiunta, quasi un desiderio di non interrompere quello che per molti mesi è stato per me un lavoro piacevole. Tutta questa premessa per giustificare questo libro perché di sicuro, non c’era bisogno di un ennesimo diario di bordo, o forse si, se racchiude un punto di vista particolare della navigazione fra le isole Cicladi della Grecia. Forse si, se molti, come me, preferiscono, per leggere, tenere in mano un libro anziché un mouse.