Limni, domenica 18-5-2025
Ieri, sabato 17, ho raggiunto Enrico in cantiere solo verso le 12, ho marcato visita: un poderoso mal di schiena mi ha bloccata in casa. Molto lentamente ho portato avanti… me stessa e quel poco che ho potuto fare. Fuori è ancora nuvolo e c’è vento, lo scirocco sta comunque calando e sprazzi di azzurro nel cielo si fanno largo, camminando sulla strada che costeggia spiaggia e mare ci sono bei cespugli di papaveri rossi e papaveri gialli dal colore intenso. La spiaggia ghiaiosa è deserta, alle sue spalle filari di alberi e cumuli di rami secchi sono ammucchiati pronti per essere portati via. La stagione balneare non è ancora cominciata, ma qualcosa si muove. Cammino lentamente (per via del mal di schiena) ma forse è un bene perché ho il tempo di guardarmi intorno, il panorama è ancora selvaggio, il mare è limpido e in parte racchiuso nel golfo, sui di un lato, dal promontorio verdeggiante gruppetti di case bianche ci si affacciano. In acqua nessun gommone, in strada nessuna macchina parcheggiata, il silenzio è accompagnato dal profumo di liquirizia. Sono solo tre giorni che siamo partiti e già mi sento parte di questi luoghi, come se ne facessi parte da sempre, è facile adattarcisi. Enrico in barca ha il suo daffare, ha cominciato col lavare la barca e poi i soliti controlli, verifiche, cambi di pezzi, e la pompa di sentina si è di nuovo blocca. Domani spero di stare meglio per poterlo aiutare e portare avanti anche i miei lavori in barca. Oggi non ho nemmeno preparato la consueta insalata greca che mangeremo invece al ristorante, qui una porzione te la servono in una zuppiera che basta per due, comunque abbiamo ordinato anche delle alici marinate, anche queste tanto abbondanti che portate a casa sono servite per la cena. In paese, al ristorante, ci siamo arrivati in macchina perché il cantiere è abbastanza isolato, e sulla strada del ritorno ci ha sorpassato una moto a tutta velocità, rompendo il silenzio e lasciandoci increduli: lui senza casco e lei (la moto) senza targa.