Vai al contenuto

14

Il corniolo che vedo dalla finestra, in questa stagione è decisamente triste: spogliato del suo verde e senza un fiore. Qualche mese fa, in un sussulto di ultima vita, mentre alcune foglie già si accartocciavano e cadevano a terra, altre brillavano ancora di giallo e di rosso. Oggi 10 dicembre ha un aspetto scheletrico, i due tronchi principali e i molti rami sono di un colore indefinibile. Lo guardo ed è come se non lo vedessi, vedo attraverso di lui, come se fosse trasparente. A pochi metri da lui una maestosa camelia che lo supera in altezza sfoggia le sue lussureggianti foglie color verde scuro e nonostante non piova da molto tempo sono particolarmente lucide in contrasto col grigiore che le sta intorno, è talmente in forma che le estremità dei suoi rami sono colmi di boccioli, a gruppi di due o di tre, alcuni piccoli, altri già gonfi di primavere. Lì fuori, in questi giorni si è abbassata la temperatura, i passerotti cercano nel prato qualche briciola di pane che si contendono con qualche cinciallegra, la gatta s’aggira guardinga alla ricerca di qualche topino di montagna, il pettirosso, che è una nostra vecchia conoscenza, staziona beccando sotto la camelia, pensiamo che tra i suoi rami, questa primavere, abbia messo su casa, forte del fatto che ha a sua disposizione, appesa ai rami, la fornitura gratuita di una palla di grasso mista a semi. E’ prevista neve per domani, abbiamo il nostro daffare: accatastare al massimo la legna sotto la tettoia vicino casa, mettere a portata di mano la pala da neve, gli scarponi, il sacco del sale nell’eventualità di gelate, controllare il generatore di corrente, se andasse via la corrente(capita spesso), le cerate, se la nevicata si presentasse particolarmente bagnata. Il vento dei giorni scorsi ha scombinato i teli antigelo, anche quelli andranno sistemati prima di domani. Sembra tutto sotto controllo, non ci resta che attendere. Il pettirosso scaccia prepotentemente una cinciallegra che vorrebbe approfittare di qualche briciola di grasso caduta sotto la camelia. La scena mi lascia amareggiata e penso al sacchetto con altre 10 palline che sono nel sottoscala. Fuori è già buio e non avrei più voglia di uscire così ci pensa Enrico e in men che non si dica aggancia sui diversi rami le dieci palle. La scena è ancora più triste e sembra non succedere nulla. Lunedi 11 dicembre, il silenzio è totale e lo è anche il bianco intorno a noi, il cielo cupo e grigio lascia cadere fiocchi di neve.

Tutto cambia. Il corniolo oggi è affascinante, maestoso, i suoi rami sono carichi di bianco e nella parte finale di ognuno di loro, dove la ramificazione è più sottile e si apre a ventaglio, la neve è sorretta elegantemente da quella che sembra una mano aperta a coppa. E’ bellissimo

Tutto cambia. La camelia oggi ha piegato alcuni suoi rami creando al suo interno dei vuoti innaturali, accumuli di neve qua e là la scompongono, le tolgono la forza della sua compattezza. E’ disarmonica, goffa, mi fa un po pena. Esco per liberarla dal peso della neve e faccio lo stesso con il corniolo per evitare che si spezzino i rami. E’ un susseguirsi di tonfi di neve a catena, di rami che si rialzano di colpo colpendone altri che a loro volta si liberano sussultando e… le palline di grasso sul corniolo ballano, sono avvolte in una retina verde che è lunica nota colorata nel giardino. Ma nel giro di 2 ore tutto cambierà. Il sole avvia il miracolo: le cinciallegre, colorate di giallo con striature di nero prendono d’assalto le palline sul corniolo, prima una decina, poi alltre, poi altre ancora, volano da un ramo all’altro, si agganciano con le zampette alla retina verde, beccano per pochi secondi, due per pallina e poi volano via di scatto virando in ogni direzione. Altre cinciallegre effettuano manovre di avvicinamento, le più veloci prenderanno il loro posto. Un volo incessante che non si riesce a seguire. I passerotti comuni s’infilano sotto l’azalea dove la neve non ha attecchito e lì becchettano veloci ciò che è caduto dalle palle. Il pettirosso questa volta in minoranza viene scacciato ma rimedia qualcosa con i passerotti che non lo degnano di uno sguardo.

Tutto si  muove. E’ tutto un fremito, un cinguettio, un frullare d’ali e i rami sobbalzano al loro ritmo. Dietro la finestra di casa siamo immobili ed estasiati. Vorrei scattare una foto ma l’inquadratura migliore è contro luce, e quando esco restano pochi passerotti. La sinfonia riprenderà poco dopo essere rientrata. Il cerchio di uccellini si allarga: sono sulla balaustra del balcone, volano dal corniolo alla camelia, si allontanano veloci per poi ritornare, uno finisce contro il vetro, altri puntano diritti sul tetto. Lei è l’unica ad essere Immobile, con la testa protesa verso l’ alto attentissima, osserva paziente, poi lo scatto felino e… una piccola cinciallegra che si era posata a terra finisce nella sue fauci.

Tutto cambia, tutto si muove. Ma la scrittura mi aiuterà anche questa volta a fermare con le parole l’immagine di cinciallegre dal petto giallo con una riga nera che prendono d’assalto il corniolo con le palline verdi. Ma sopratutto  mi ricorderà che tutto cambia.

A casa della mia amica Stella, il libro è appoggiato sui gradini che portano alla camera da letto, storgo il collo per leggere il titolo: “L’eleganza del riccio”, di Muriel Barbery. Stella mi assicura che è un libro bellissimo. Me lo avrebbe consigliato se io non l’avessi informata: ” Me lo ha già passato  mia nuora”. Lei  ne è rimasta affascinata, lo ha letto in tre sere. A quanto pare quello che c’è scritto in  quarta di copertina continua ancora: il passaparola funziona e non è un caso che questo romanzo  abbia vinto il Premio dei Librai assegnato dalle librerie.

Confermo, il libro è bellissimo! Di una bellezza particolare, autentica e rivelatrice. Muriel Barbery ci svela la verità su due personaggi che sembrano molti diversi l’una dall’altra: Renèe la portinaia e Paloma l’adolescente che vivono nello stesso  palazzo, abitato da famiglie dell’alta borghesia. Ognuna delle due protagoniste, per motivi diversi, nasconde la propria natura. La vicenda si svolge a Parigi, ma una storia così poteva essere ambientata dovunque perché ovunque il seme  dell’infelicità e della solitudine attecchisce dall’indifferenza, dalla falsità e dai pregiudizi altrui. I due personaggi, s’incontreranno grazie ad una terza persona che intuisce il segreto della  portinaia.

Il bello di questo romanzo sono i pensieri di una ragazzina che scrive un diario in previsione di un suo imminente suicidio. Osserva gli adulti, gli fa la radiografia e poi emette il suo  verdetto! Strada facendo ci mostra attraverso la sua spietata ma esatta analisi l’ipocrisia del mondo. Sconcerta a volte la lucidità di questa dodicenne, anche se l’autrice ci informa che Paloma è particolarmente intelligente.

Il bello di questo romanzo sono i pensieri di una colta  portinaia autodidatta  che si costringe ad apparire sciatta, sciocca ed ignorante agli occhi dell’alta borghesia, che  solo così si aspettano che sia. Ed è un vero peccato non aver potuto godere appieno delle sottigliezze di una portinaia veramente erudita. Troppo erudita per me! (Vedrò di rimediare). E’ comunque un vero piacere trovare in queste pagine l’emozioni che può darti l’ascolto di un coro o lo sguardo su di un quadro. La bellezza dell’arte è descritta con capacità di sintesi, eleganza e delicatezza.

Il romanzo scorre veloce, i vari personaggi si alternano sulla scena, a volte scompaiono come Jean Arthens, per poi rientrare e farci scoprire che la vita può rinascere. Il finale è un capolavoro e la nostra adolescente………

Muriel Barbery con questo romanzo da la scossa all’ipocrisia ed esalta la semplicità della bellezza. A volte… con una semplice camelia