Vai al contenuto

Porto di Naoussa
Probabilmente era già lì quando siamo entrati in porto, qualche giorno fa. Ed era già lì anche il giorno dopo quando eravamo in faccende affaccendati. Poi, finalmente, ho notato che sulla scogliera si ergeva una specie di fortino in pietra. E tutto si è chiarito solo quando ho letto di cosa si trattasse su internet. Il castello veneziano o meglio, quello che resta del castello veneziano è lì, a dire il vero dal 14/15°secolo. Si capisce così perché sia ridotto maluccio, ma il suo aspetto tondeggiante, il lungo corridoio in cemento sul mare che occorre percorrere per raggiungerlo mi hanno incuriosita. Ci sono andata una mattina sul presto, ho percorso il corridoio e sono scesa nel fortino, nella sua parte sommersa, la prima sensazione è stata di fresco, data l’ombra e lo spessore dei muri in pietra, la seconda sensazione è stato di puro fastidio per la spazzatura lasciata ovunque. Ho voluto sorvolare e guardare altro, dal castello infatti si possono ammirare panorami di Naoussa, e scorci di mare incantevoli perché ci sono delle rientranze con feritoie che sembrano lì apposta per fotografare fuori. I tempi cambiano e anche questo castello veneziano voluto dalla famiglia Sommaripa, per proteggere il villaggio di Naoussa dagli invasori oggi ha cambiato la sua funzione d’uso, diventando una attrazione turistica, secondo me tenuta male e poco valorizzata. Potrebbe diventare un sito archeologico di notevole pregio, molto di più di tanti muretti che abbiamo visto in giro. Le eventuali descrizioni del luogo o dei panorami non sarebbero all’altezza delle belle fotografie che vi invito a guardare sul sito “Grecia mia”.

Kalinikta.

 

Sempre sabato 24 Giugno 2023. Paroikia e in giro per spiagge
Il complesso paleocristiano della Katapoliani è una delle più famose mete di pellegrinaggio ortodosso nell’Egeo, è composto dalla grande e maestosa basilica a croce con cupola. Ci arriviamo verso mezzogiorno, il chiostro antistante l’ingresso è ben ombreggiato e sotto i portici delle panche di marmo accolgono i pellegrini stanchi. Si chiama delle 100 porte anche se al momento se ne contano solo 99 ma leggenda vuole che al ritrovamento della centesima porta, Costantinopoli tornerà ad essere greca! Siamo fortunati, la basilica ha subito da poco un restauro che ha messo a nudo i marmi policromi, accentuandone un gradevole effetto decorativo, fino a poco tempo fa nascosto da una pesante imbiancatura. Il suo interno è molto diverso dalle altre chiese ortodosse già visitate. Questa è maestosa ed elegante allo stesso tempo. Noi, col naso all’insù, al centro della basilica, non ci stanchiamo di ammirare la cupola, le colonne, il grandioso lampadario e mille altri particolari. Dall’esterno entriamo al museo bizantino e passando poi da una scaletta accediamo nel matroneo della basilica. Sono emozionata di trovarmi per la prima volta in un luogo riservato solo alle donne, un luogo che avevo osservato molte volte dal basso, come nella basilica di S. Ambrogio a Milano, o in altre chiese di cui non ricordo il nome. Sono qui e immagino la loro intesa e complicità, ascolto le confidenze, le vedo scambiarsi consigli e cosmetici, muoversi in questo spazio protetto in piena libertà, le osservo scoprirsi con naturalezza il seno per allattare i loro piccoli o elargire segreti utili su come ammaliare i mariti. Oggi, qui nel matroneo non ci sono donne, ma io sento lo stesso la loro presenza e il loro profumo. Questa basilica ci è piaciuta molto e abbiamo goduto anche di un piacevole fresco. Non basta però, abbiamo anche fame, e dopo aver scartato qualche bar, ne troviamo uno piccolissimo che soddisfa le nostre molteplici esigenze. Rifocillati e riposati torniamo alla macchina, i capitani di Felicità e Nihili hanno declinato la responsabilità della guida, così Italo riprende il comando del volante e ci porterà nelle spiagge più belle dell’isola di Paros. A Glifa, dalla sabbia dorata e dai tamerici che la ombreggiano, ognuno di noi si riposa come crede: Enrico sdraiato sull’asciugamano dorme sulla sabbia, Giuliana legge sulla panchina, io scrivo seduta ed appoggiata ai piedi di un albero, Franco cerca di dormire anche lui sulla panchina, siamo tutti rigorosamente all’ombra tranne Italo che ha nuotato per tutto il tempo. La particolarità di questa spiaggia è data da una fila di alti tamerici che crescono quasi a lambire le onde del mare. Seguirà una fermata a Piso Livadi e nell’ultima spiaggia a Lagheri, faremo anche noi il bagno. Salati, impolverati, stanchi ma soddisfatti riconsegneremo la macchina al noleggio di Naoussa. Le abbondanti penne con il tonno per cena, e la giornata intensa ci faranno dormire profondamente. Kalinikta.

 

Sabato 24 Giugno 2023. Naoussa

É la sveglia a tirarci giù dal letto alle 7,30. Abbiamo un appuntamento con gli amici di Roma: Franco, Giuliana e Italo, loro amico italiano, che vive con la famiglia e lavora in Australia ma per il momento è a bordo di Nihili e si sta godendo una settimana di vacanza in Grecia. Noleggiare un auto per girare l’isola di Paros risulta una faccenda lunga e complicata, ma alla fine riusciamo ad infilarci tutti e 5 nella Chevrolet Spark e seguiamo le indicazioni per raggiungere gli scavi archeologici di Kolybithres, li vediamo, quasi, dalla macchina e decidiamo che non vale la pena di scendere: quattro muretti il cui unico pregio è di essere molto antichi. Il panorama tutto intorno è notevole, rocce arrotondate, mulino in lontananza e anche una chiesetta su di un’isola poco distante e sorpresa… file di ombrelloni, sdraio e materassi, bar e ristorante come se fossimo a Rimini. La baia dove è situato questo complesso denominato Monastir è comunque incantevole. Proseguiamo, ma i due capitani del nostro gruppo vogliono fermarsi in un cantiere sperduto per vedere, capire, chiedere, torneranno alla macchina sapendone come prima ma la bai su cui è affacciato questo cantiere è spettacolare e dietro la spiaggia c’è… il nulla. Un paradiso nell’isolamento più assoluto. Prossima tappa tempio di Apollo; per un bel tratto la strada appena asfaltata fa constatare a Franco che le strade sono meglio che a Roma, poi girando per seguire le indicazioni, la strada si farà sterrata e… poi proseguiremo a piedi in salita, su di un sentiero impervio e sassoso, arriviamo in cima alle 11, vediamo un gran numero di muretti e solo una piccola stanza sotto il livello di calpestio, il tutto in un ampio spazio assolato e battuto dal vento. Il tempio in pratica non c’è più ma si capisce perché abbiano scelto questo posto per costruirlo, la vista è fantastica: dalla baia di Paros all’isola di Siros, di Tinos e Mikonos, la costa è frastagliata e il mare azzurro si perde nel cielo. Fra scatti di foto e filmati, in un luogo dedicato ad Apollo, capo delle muse, in quanto dio delle arti, restiamo scioccati dalle notizie che ci arrivano tramite telefonino: il capo della Wagner Prigozhin marcia verso Mosca. La notizia inaspettata ci sorprende e ridiscendendo il pendio commentiamo e facciamo congetture sul futuro di questo conflitto. Giunti alla macchina dopo una piccola merenda a base di banane offerte da Giuliana, facciamo il punto della situazione, decidiamo di portarci a Paroikia per visitare la chiesa dalle 100 porte. Siamo a metà della giornata. La storia continua. Kalimera.

 

Venerdì 23 Giugno 2023 Naoussa
Giovedì mattina molte barche sono uscite dal porto, ma poi sono rientrate, fuori il mare è grosso e il meltemi non accenna a diminuire. Anche Felicità, all’ormeggio, subisce dei bei strattoni, e noi con lei, già dalla notte. La spiaggia anche coi cavalloni è ben frequentata ma noi preferiamo nuotare in un punto protetto dove non si forma onda e ci si accede subito dopo il porto. Verso le 18 è chiaro ad Enrico che se vogliamo dormire meno strapazzati è meglio aggiunge le molle agli ormeggi. L’aria è bella fresca e il “bacaiaro” merluzzo che ho comprato in pescheria, lo cucinerò con le verdure, ricavandoci anche il brodo che non guasta. Questa mattina sembra tutto più calmo e danno in attenuazione anche il meltemi. Gli amici di Roma sono in rotta verso il nostro porto, Enrico li attende in banchina , io vado a comprare dei gamberi che avevo già adocchiato ieri, poi al mio rientro Enrico gratta le carote (perché a me fanno male le mani). Faccio scottare i gamberi, li condisco e li metto in frigo, condisco le carote e le metto in frigo. E alle 11 quando arrivano gli amici, dopo che hanno sistemato il loro ormeggio, andiamo insieme in spiaggia, che oggi, non assomiglia più a quella di ieri, anche i pini marittimi, pare non siano più pini marittimi. Franco mi assicura trattarsi di tamerici, ipomoni, pazienza correggerò. Così, ridendo ed apprezzando panorama e nuotata, rientriamo in porto, Enrico scrocca una doccia facendosi passare da una barca, la canna dell’acqua dolce che è collegata nientemeno che ad un ristorante di fronte al porto. Noi altri, meno sfacciati ci laveremo ognuno sulla propria barca. Queste vacanze stanno assomigliando sempre di più a delle vere vacanze: bel tempo, bella spiaggia, bella compagnia. Lo stereotipo del bel vivere in barca a vela è un Martini bevuto in coperta all’ombra delle vele spiegate, bella gioventù e tanta allegria. Be… non è sempre così, appunto, è solo uno stereotipo. Ma oggi noi ce l’abbiamo messa tutta, e nel pozzetto di Felicità ci stiamo gustando un buon pranzetto in ottima compagnia, all’ombra di un telo e con un meltemi che ci rinfresca.

Kali òrexi.

 

Mercoledì 21 Giugno 2023. Naoussa
Siamo come ieri e l’altro ieri ormeggiati all’inglese nell’angolo più lontano dall’imboccatura del porto di Naoussa, la temperatura minima è di 22 gradi la massima 33, fuori le onde alte un metro frangono sulla spiaggia e sulla scogliera con fragore e schiuma bianca, in porto c’è un po’ di risacca e il meltemi soffia a 20 nodi con raffiche di 30, nonostante il rumore del vento che soffia nelle sartie e fa sbattere le drizze contro gli alberi, la barca è stabile e solo ogni tanto prende qualche strattone. Niente bagno oggi, approfittiamo di queste circostanze per riordino e pulizie della barca, cambio biancheria dei letti, e cambio copertura dei divani della dinette. Enrico invece con la bici e le taniche raggiunge la fontana sul pontile dei pescatori e dopo tre viaggi il nostro serbatoio è di nuovo pieno. La mattinata passa veloce e solo verso le dodici riusciamo a portare in lavanderia il nostro borsone di biancheria sporca. Questo paese è una sorpresa tutte le volte che lo percorriamo, ieri sera, oltre al lungo mare saturo di ristoranti, anche l’interno del paese è colmo di sedie e tavolini colorati, di cuscini appoggiati su muretti di cemento, e negozi, sempre rigorosamente bianchi anche al loro interno, così che le mercanzie risaltino. Sbuchiamo in piazze con chiese, torniamo indietro e ci perdiamo piacevolmente, trovando poi un ponticello di pietra dove sotto scorre acqua dolce alimentata da un canale che costeggia una strada alberata. Oggi invece non dovremmo perderci saliamo dritti seguendo la strada asfaltata, dietro le prime casa affacciate sul mare. É molto trafficata nonostante sia un senso unico, le macchine sono spesso parcheggiate sui due lati e una quantità inverosimile di quad la percorre pericolosamente. Qui i quad stanno come le biciclette ad Amsterdam, bisogna stare super attenti perché la strada sembra solo loro. Difficile non fermarsi a fotografare la baia dall’alto o l’intrico di case bianche, scale, portici, finestrelle e tavolini che fanno bella mostra di sé lungo la strada, con una cura quasi maniacale, tendine ricamate alle finestre, vasi di fiori su ogni gradino, sassi dipinti sui tavolini e bouganville ad ogni angolo, dai colori accesi: rosa, fucsia, e ne ho viste anche di rosse, sempre su sfondo bianco. Tutto il paese è bianco, ma proprio tutto. Ma… non perdiamoci in chiacchiere, la borsa pesa e bisogna raggiungere la lavanderia, la signorina che la gestisce parla italiano, fantastico. Ritiro della biancheria pulita questa sera ore 19.

kalinikta.

 

13 NUVOLE

Martedì 20 Giugno 2023 isola di Paros, baia di Naoussa
Abbiamo capito oggi, perché ieri c’erano posti liberi in porto e anche perché non si paga l’ormeggio. Niente corrente elettrica e niente acqua potabile in banchina, ma per noi non è un problema, abbiamo i pannelli solari e una buona scorta di acqua di 500 liti in parte già consumati in rada nei giorni scorsi. Le bitte a cui siamo ormeggiati sono più che sufficienti per reggere il forte meltemi che è previsto per i prossimi giorni. Il sole splende, fa finalmente caldo, il meltemi al momento è piacevolmente fresco e soprattutto, non vediamo nuvole. Quest’anno ci hanno accompagnate giornalmente, da quelle nere e minacciose che hanno poi scaricato prima pioggia torrenziale e poi grandine a Methana, a quelle striate di rosso al tramonto sull’isola di Kea. Quelle allungate e grigie che ci hanno seguito in navigazione, quelle a pecorelle che promettevano acqua che poi non è arrivata e in fine quelle due enormi panne montate, davanti al sole, bianchissime piene di luce che si sormontavano, dai bordi spumeggianti e morbidi, nella baia di Paroikia.
La mattinata è stata proficua, abbiamo aggiunto un po’ di carburante al serbatoio, individuato la lavanderia automatica, e soprattutto abbiamo scoperto l’acqua potabile alla fontana situata nel pontile dei pescatori. Andiamo quindi più leggeri in spiaggia che è raggiungibile da una strada sterrata e verso il mare da gradoni di roccia, la baia è ampia e profuma di creme solari, visto anche la presenza di molti bagnanti, il fondo della spiaggia, come già visto altrove e abbracciato da pini marittimi che regalano un’ombra impareggiabile. L’acqua, quando ci immergiamo è piacevolmente calda. Tonificati dalla nuotata rientriamo in porto, una doccia veloce e subito dopo il gran pavese di Felicità espone: asciugamani, costumi, spugnette, canovacci. Sono finalmente cominciate le ferie. Kalimera.

 

Domenica 18 Giugno 2023
Questa mattina uscendo nel pozzetto la veduta della baia è desolante, un grigio cupo incombe su tutto: cielo, mare, colline e anche le case non hanno più il loro aspetto bianco brillante, l’aria è ferma e il mare anche, fa freddino e alla fine durante la giornata farà finta di piovere un po’. Verso sera sembra aprirsi uno squarcio nel cielo per cui, col gommone scendiamo a terra per sgranchirci un po’, per buttare le pattumiere, e magari cenare fuori prima di risalire a bordo. Facciamo giusto in tempo a scendere a terra, quando un’ampia zona del cielo in alta quota si riempie di un’unica massa di nero assoluto. Vuoi vedere che la gran pioggia preannunciata per sabato e domenica arriva proprio adesso. Già mi vedo al rientro, sul canotto, diretti su Felicità, sotto scrosci d’acqua, fulmini e saette. E invece niente, il gran nero se ne va, ma noi siamo già a bordo con un sacchetto contenente la nostra cena. Le previsioni ancora una volta hanno fatto cilecca, ne prendiamo atto e
lunedì mattina 19-6-2023 salpiamo l’ancora, non senza difficoltà visto che c’era di mezzo anche un ancoraggio al gavitello, e ci dirigiamo in un’ altra baia di Paros, situata a nord est. La speranza è quella di trovare posto in porto, altrimenti, ben protette dal meltemi ci sono altre due baie all’esterno. Le 10 miglia per raggiungere Naoussa sono veramente poche. Un miglio marino corrisponde a mt.1853 per cui poco più di km.18, non ci vuole niente a motore, non c’è vento ma solo residuo di onde. Ma che residuo… le onde che data la nostra direzione prendiamo al traverso sono alte un metro. Arriviamo in porto dopo tre ore, frullati. La bella notizia è che in porto oltre trovare l’ormeggio troviamo anche amici di Methana che ci prendono le cime, lei greca lui francese. Con gli amici di Roma invece siamo rimasti in contatto telefonico, loro sono poco più su di noi, sull’isola di Naxos e speriamo di rincontrarci anche con loro.

Kalimera.

 

Sabato 17 Giugno 2023 baia di Parokia
La pioggia prevista per oggi è al momento un pallido sole, il vento è sempre fresco e il poco movimento del mare è comunque influenzato dell’attività che lo vede campo di gara. Hanno piazzato qui in baia delle grandi boe arancioni per indicare il percorso di gara, non sono barche a vela, sono nuotatori e nuotatrici, alcuni con la muta, altri con un palloncino sul dorso. Il gruppone passa veloce davanti a Felicità a testa immersa e braccia tese, poi arrivano i più lenti e i canotti che li seguono recuperano in giro quelli che stanno nuotando fuori percorso. C’è un gran fermento questa mattina nella baia di Paroikia, è come quando per strada passano i ciclisti, i primi, i più bravi solitari, poi il gruppone seguiti a distanza dai più lenti, poi le macchine e in questo caso seguono i gommoni. Al passare dei nuotatori e delle nuotatrici le barche strombazzano e gli equipaggi curiosi come noi, sono tutti fuori nel pozzetto a guardare. Quando la gara termina alcuni nuotatori ritardatari sono affiancati dai gommoni che a noi sembra vogliano spingerli. Altri gommoni stipati di gente, si muovono dalle loro barche verso terra e i motoscafi continuano a sfrecciare tra di loro. Dalla spiaggia si aggiunge la voce degli altoparlanti e la musica ritmata. Penso che ci vorrebbe un po’ più di ordine in questo caos. E i traghetti ci provano: col loro segnale acustico lungo e perentorio chiedono acqua, e non ammettono discussioni.

Kalispera.

 

Giovedì 15 Giugno 2023 fra l’isola di Siros e l’isola di Paros
Sono previsti venti da sud e pioggia per domenica, pensiamo sia meglio portarsi su Paros, dove se il porto fosse pieno, troveremo senz’altro posto in baia che è ben protetta. Per togliere gli ormeggi e salpare l’ ancora dovremo aspettare che lo faccia prima di noi la barca che ci si è affiancata nel pomeriggio, quando non c’eravamo. Ci informano che purtroppo durante il loro ormeggio hanno incrociato la loro ancora con la nostra, ipomoni, pazienza . Ci muoviamo di conseguenza un poco più tardi del previsto, ma questo non inciderà sul nostro programma. Appena fuori dal porto il poco vento è sufficiente a far gonfiare il genova, il mare è calmo ma le nuvole sono sempre in agguato, col sole che va e che viene fa freschino. Un paio di enormi catamarani prendono il largo e durante la navigazione vediamo solo poche barche a vela. Un porta container attraversa la nostra rotta e molto velocemente, come è comparso, altrettanto velocemente scompare col suo alto carico. Il mare cambia di umore e s’inalbera un po’, il vento si affievolisce e noi andiamo di motore. Dopo 6 ore di navigazione nei pressi dell’isola di Paros nel porto di Parikia si avvicendano traghetti che entrano ed escono, il mare è sempre più agitato e il vento non scherza. Facciamo un giro di perlustrazione nel porto, il posto c’è e ci sembra che si debbano prendere le drappe in banchina, per cui non buttiamo l’ ancora, ma una volta fissati gli ormeggi di poppa, non vediamo nessuna drappa da prendere, la prua comincia ad agitarsi a destra di una barca e a sinistra dell’altra. Via gli ormeggi, marcia avanti, e mentre pensavamo di buttare l’ancora, finalmente arriva l’omino del porto e ci informa che non avendo prenotato, non possiamo ormeggiare, “ipomoni un accidente, prenotiamo adesso?” “Non si può, se entro le 18 non arriva nessuno posso farla attraccare per la notte, ma domani mattina deve andare via perché il porto è al completo per tre giorni”. Risposta: “Molla gli ormeggi Lella, andiamo in baia”. Fuori dal porto c’è sempre più vento, in baia una moltitudine di barche sono già ormeggiate, troviamo un buon posticino anche per noi, poi però, arriva una barca che si piazza davanti a noi, con poca catena sull’ancora. Enrico teme possa mollargli l’ormeggio e venirci contro, così, con mare mosso, vento forte, salpiamo la nostra ancora rischiando di speronare la suddetta barca: suoni di trombe, urla, schiamazzi, gran sbracciamenti, e con una virata e sgasata di motore prendiamo il largo e ci posizioniamo in un altro punto con la speranza che nessuno ci si piazzi davanti, soprattutto con poca catena. Per il capitano è stato tutto normale, sarà! io però me la sono vista brutta e mi ritrovo con la bocca e lingua secche. Il tempo è proprio butto ma ora ben ormeggiati siamo più tranquilli. Però… notiamo alla nostra sinistra tre bottiglie di plastica legate assieme a poca distanza da quello che sembra un gavitello. La tentazione di agganciarcisi, oltre ai nostri 50 metri di catena è forte, Enrico prova ad agganciarlo con il mezzo marinaio quando il vento gli porta la barca quasi vicino, ma niente, mancano sempre pochi centimetri. Così sul canotto legato alla barca con una lunga cima e un solo remo si spinge verso il gavitello, e mentre ci si aggancia, il vento forte e i sobbalzi del mare fanno volare via il remo. Per recuperarlo Enrico molla la cima con cui era fissato alla barca, si sdraia a pancia in giù a prua del canotto e velocemente pagaia con entrambe le mani e lo recupera. Nel frattempo però, canotto, remo ed Enrico sono stati trascinati via dal vento e dalle onde, solo l’intervento immediato di un motoscafo nelle vicinanze, mi riporterà in barca capitano e canotto. Vorrei stare un po’ tranquilla, magari solo per mezzora, ma in barca è sempre così. Riguardando le previsioni costatiamo che per una settimana sarà bene non muoversi da questa baia che nonostante tutto e ben protetta. In cambusa scarseggia il pane e la frutta, domani è sicuro che pioverà, per cui scendiamo a terra col canotto e rientreremo con una spesa esagerata, compreso un polletto arrosto per questa sera. Sono le 19, è uscito un bel sole che non vedevamo da un po’, ne approfitto per una doccia spartana sulla spiaggetta di Felicità. Il motore oggi ha girato per cui la mia doccia sarà calda.

Kalispera.

 

Mercoledì 14 Giugno 2023 Ermopoli
Siamo impazienti di fare il giro dell’isola di Siros, così alle 9 di questa mattina ci presentiamo al noleggio moto che… troviamo ancora chiuso, “ipomoni”, pazienza. La panetteria – pasticceria invece è apertissima e profumatissima, resistiamo, aspettando la responsabile delle moto a cui abbiamo telefonato. Intorno a noi ferve già un gran movimento: gli operai in strada interrompono i lavori per farci passare, i muratori intenti a finire un nuovo locale si passano il materiale, un giardiniere annaffia ascoltando musica a tutto volume. Ora anche noi stiamo sfrecciando in strada col nostro 125, facciamo parte del panorama, ci sono anche gli agricoltori che nel campo stanno dissotterrando e raccogliendo in cassette le patate. Vediamo gli oleandri, prevalentemente rosa che costeggiano la strada e spuntano dopo una curva, in lunghi filari. Noi siamo una moto in movimento, con due caschi bianchi, con occhiali da sole dietro la visiera e zainetto in spalla: saliamo, scendiamo, curviamo a destra e curviamo a sinistra. Scorrono affianco a noi muretti a secco con pietre grigie e rossicce, scorci di prati con erba secca, squarci di scavi, selve di pali della luce anni 50, e ancora: palme, araucarie che ombreggiano ville, casolari diroccati semi sommersi da piante rampicanti piene di campanule colorate. Sull’ultima curva, dall’alto, nonostante la vista del mare, nonostante la sorpresa di essere già arrivati non posso fare a meno di costatare la bruttezza del porto commerciale soverchiato da una decina di enormi gru nere, e anche altre più piccole. Le strade sono molto trafficate, la gente in giro è molta, i rumori della città ci colpiscono, la puzza anche. Ermopoli la capitale delle Cicladi non ci ha fatto una bella impressione. Poi però, dopo aver parcheggiato la moto vediamo l’ampia piazza Miaouli, con palme, fiori e arredo urbano ben curato, bei palazzi neoclassici, bei negozi, insomma ci siamo ricreduti e abbiamo approfittato di uno dei tanti bar ben ombreggiati qui nella piazza del municipio. Poco distante, salendo un’ampia gradinata abbiamo visitato il piccolo Museo Archeologico di Siros: poche stanze ma con oggetti veramente notevoli. Riprendiamo la moto e su fino alla chiesa bizantina situata sul cucuzzolo della città vecchia che si estende a piramide sulla collina dove si è sviluppata tantissimo tempo fa. Per raggiungere a piedi la cattedrale di S. Giorgio percorriamo ancora in salita un piccolo vicolo ben lastricato. Al suo interno, sull’altare maggiore, spicca un quadro con S. Giorgio guerriero, e più defilato ai lati un S. Antonio ben riconoscibile dal saio e dal giglio immacolato. All’esterno, da questa posizione privilegiata, la vista spazia: altre chiese ortodosse con cupole blu, colline che sembrano ricamate da un’infinità di muretti a secco, strade, mai in linea retta che le attraversano come serpentoni e il colore ocre della terra contrasta col blu del mare sullo sfondo, un mare agitato, un mare con le ochette belle gonfie… il meltemi soffia, qui in alto ancora di più. Uno sguardo alla cartina per decidere il nuovo percorso, mancherebbe da visitare il museo Industriale, lo raggiungiamo nei pressi del porto vecchio ma sulla porta c’è scritto closed, e fin lì lo capisco anch’io che è chiuso, ma c’è anche scritto aperto dalle 10 alle 16 poi, in piccolo e in inglese: mercoledì chiuso, ipomoni.
Le spiagge di Siros sono tante, sono belle, alcune più affollate e ben servite come quella di Vari, altre più raccolte e semi selvagge come Megas Gialos o Ambela e Lagonia, sempre situate in golfi protetti, sempre con acque strepitose. Le abbiamo viste tutte, prima sulla cartina e poi dal vero, ma da sopra, seduti sulle panchine all’ombra, perché stanchi, dopo averne raggiunte altre, a piedi seguendo sentieri polverosi che ci hanno fatto scoprire ville affacciate al mare di progettazione moderna, ben equilibrate nel contrasto di materiali e molta attenzione allo spazio verde che dove non c’era è stato progettando in vasche. Il giro per l’isola di Siros può dirsi terminato, siamo stanchi ma soddisfatti, una volta scesi dalla moto tentiamo molto spontaneamente di baciarci ma… i caschi cozzano fra di loro. Riconsegnamo il 125. Il profumo della panetteria – pasticceria è sempre lì, questa volta non resistiamo.

Kalispera.